Lo scrittore russo Vladimir Sorokin, con il romanzo ''Ghiaccio'' (Einaudi, 2005), insieme al traduttore russo Gennady Kiselev ha vinto il premio letterario internazionale ''Maksim Gorky'', giunto alla seconda edizione.
Vladimir Sorokin è nato nel 1955 nel villaggio di Bykovo, vicino a Mosca. Ha studiato all’Istituto di Petrolio e Gas, ma non ha mai lavorato nel suo campo di specializzazione. E’ stato invece designer di libri tecnici, narratore, drammaturgo e pittore. Nel 1985 ha pubblicato a Parigi il suo romanzo più celebre, La coda (Ocered’), insignito poi del premio del Ministero della cultura della Repubblica Federale Tedesca. All’estero è famoso soprattutto in Germania dove sono state tradotte molte delle sue opere. Una delle prime cose pubblicate in patria è stato il testo teatrale Pel’meni (in russo è il nome di una specie di ravioli), uscito nel 1990 sulla rivista Iskusstvo kino.
Dal 1992 la casa editrice di Mosca Russkaja literatura ha raccolto e editato le sue opere: Un mese a Dachau (1992), Norma (1994), I cuori di quattro (1994), Romanzo (1994), Il tredicesimo amore di Marina (1995), l’antologia in due volumi Opere (1998), il romanzo Lardo azzurro (1999) e la raccolta di racconti Il banchetto (2001). Vive a Mosca.
La giuria del premio Gorky e' composta da esperti (scrittori, critici letterari, linguisti, traduttori, slavisti, italianisti) russi e italiani ed e' presieduta dal linguista Giovanni Bogliolo e lo scrittore Viktor Erofeev. Due membri della giuria, uno russo e uno italiano, sono bilingui.
Tra gli scrittori finalisti figuravano Boris Akunin con ''Il decoratore'' (Sperling e Kupfer, 2008) e Mikhail Shishkin con ''Capelvenere'' (Voland, 2006). Per la sezione traduttori erano in finale anche Fridenga Dvin per la traduzione del romanzo ''Fantasmi romani'' di Luigi Malerba (Inostranka, Mosca, 2008) e Elena Kostioukovitch per la traduzione del romanzo ''La misteriosa fiamma della regina Loana'' di Umberto Eco (Simposium, San Pietroburgo, 2008).
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