Recensioni libri

Harry Potter e i doni della morte di David Yates

Pubblicato il 30-11-2010


L'inizio del lungo addio a Harry Potter cinematografico è cominciato: del resto sono pochi i fan che non sanno come andrà tutto a finire, il 15 luglio prossimo, visto che dal punto di vista libresco Harry Potter è finito ormai da oltre tre anni.
Il non particolarmente ispirato David Yates (ma è migliorato dai tempi del deludente Harry Potter e il principe mezzosangue) costruisce una prima parte che fin dalla prima sequenza, con Harry che vede gli odiati zii fuggire come profughi, Hermione che fa un incantesimo per cancellare la sua esistenza dalla mente dei suoi genitori babbani e Ron che aspetta fuori dalla Tana di famiglia, introduce in un'atmosfera di cambiamento anche traumatico, definitivo. Niente fiaba, salvo forse nella casa di Luna Lovegood, dove poi irrompe il tradimento e la tragedia.
I toni non sono più quelli di una storia per bambini, non solo per la sequenza vagamente hard indotta dall'Horcrux a Ron ma anche perchè si muore, si soffre, si combatte, si è adulti, ci si spaventa. Ci fossero stati alla regia Tim Burton o Guillermo del Toro sarebbe stata un'altra cosa, bisogna accontentarsi ma ci sono alcune scene non male, da quella di paura della casa con vecchia e serpente alla fiaba dei doni della morte raccontata in stile teatro d'ombre.
In fondo Harry Potter non era fin dall'inizio un fenomeno solo per bambini o adolescenti, a differenza di altri film e libri di questi anni: lo dimostrano gli stuoli di fan adulti che si sono letti e riletti tutti i libri e che si sono precipitati a vedere tutti i film. Anche quest'ultimo saggiamente non è stato fatto uscire in 3D, sistema costoso e che aggiunge poco alla validità di una storia. La prima parte è interamente tratta dal libro che non si voleva tagliare troppo per non privarlo dei nodi fondamentali e che si spera guadagnerà in pathos nella seconda parte che contiene alcune scene che sarebbe un peccato non rendere al meglio, soprattutto quelle relative a Piton.
Nell'attesa, la fine è iniziata, e mentre si avvicina, un po' di nostalgia canaglia, tipica di un mondo che consuma tutto in fretta per poi rimpiangerlo, si fa già sentire, tra la morte di Dobby e la partenza di Harry ed amici verso l'ignoto.

Elena Romanello

Torna alla pagina delle news