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’On the road’ presto nelle sale cinematografiche

Pubblicato il 16-10-2005


La bibbia della Beat Generation uscì nell'ormai lontano 1957; e cinquant'anni dopo, a quanto pare, dovrebbe arrivare anche il film.

Francis Ford Coppola acquisì i diritti cinematografici di 'On the Road' nel 1979, ma non poté mai - o non se la sentì - di concretizzare quello che era uno dei suoi sogni giovanili. Ora, finalmente, sembra che abbia individuato il regista giusto per mettere a punto tale impresa: Walter Salles.
Salles, che ha diretto "Central do Brasil" e "Diari della motocicletta", può avvalersi della sceneggiatura di Josè Rivera (già responsabile di quella dei "Diari", splendido omaggio al giovane Che Guevara).

Adattare 'On the Road' per il grande schermo non è certo facile. Quand'era ancora in vita, ci provò lo stesso Jack Kerouac, ma senza successo. L'autore avrebbe voluto recitare nel ruolo di Sal Paradise (alias se stesso), mentre Marlon Brando (al quale Kerouac voleva cedere i diritti per il cinema) avrebbe dovuto impersonare Dean Moriarty.

Riusciranno Rivera e Salles a "ritagliare" una storyline (perché infine di questo si tratta) senza però snaturare il romanzo?

Come si sa, il linguaggio cinematografico ha le proprie regole, e certi prodotti letterari appartengono a un universo differente. Ecco perché 'Viaggio al termine della notte' di Céline non è mai diventato un film. Nemmeno 'Il giovane Holden' lo è mai diventato, ma per ragioni diverse: nel 1949, un racconto di Salinger ('Uncle Wiggly in Connecticut') fu trasposto in una soap opera, e da quel momento l'autore, deluso dal risultato, decise di non volerne più sapere di Hollywood e dintorni.
Se l'opera letteraria è prettamente "delirante" e "amorale", e se il regista usufruisce della giusta visionarietà, il problema quasi non si pone. Pensiamo a 'Paura e delirio a Las Vegas' di Hunter S. Thompson, ben sceneggiato dallo stesso 'director' Terry Gilliam; o a quanto è riuscito a fare Cronenbeg con 'Il Pasto Nudo' di Burroughs.
Ma non sempre le costellazioni sono favorevoli. Il 'Tropico del Cancro' di Henry Miller è un prodotto da cineteca fin dal 1970, anno in cui Joseph Strick diresse l'omonimo film; la pellicola rende discretamente bene quello che è il flusso "disordinato" del romanzo, ma alla fin fine si salva soltanto per l'ottima interpretazione di Rip Torn.

Per 'On the Road' c'è grande attesa. Potrebbe diventare una grande sensazione, soprattutto se non ci sbagliamo nel reputare Salles e Rivera dotati non solo di know how, ma anche di grande sensibilità culturale.

di Francobrain

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