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Recensione Claudia Catalli

Claudia Catalli

Intervista a Claudia Catalli

In un momento letterario in cui gli adulti si divertono a scrivere storie per giovani lettori creando fenomeni letterari come quelli di “Tre metri sopra il cielo” o l’ancora il più celeberrimo e internazionale “Harry Potter”, Claudia Catalli, giovane autrice romana, studentessa di filosofia, viaggia controtendenza e racconta una storia che vede al centro del suo intreccio tre adulti.

Al suo esordio letterario la Catalli non risulta mai banale nella sua narrazione, rapisce completamente il lettore e lo accompagna alla conclusione del racconto lasciandolo con una sanissima voglia di saperne di più.

Jean, Jack e Frankie si girano intorno e si guardano nell’infernale caldo di un bar di chissà dove e chissà quando; sembrano volersi avvicinare e allo stesso tempo scagliarsi l’uno conto l’altro rimanendo intrappolati in una sorta di circolo vizioso. Se per tutta la lettura ci si domanda chi l’avrà franca, giungendo alla fine si capisce che forse, l’unico “vincitore”, quello più forte di tutto è il tempo passato. Il passato che in Metamorfosi sembra essere il collante del romanzo intero e che viene spezzato prima da un volo metaforico e poi da un feroce ma credibile monologo.

I protagonisti di Metamorfosi, come Walter Veltroni ha detto (si è occupato lui stesso della prefazione del libro), si muovono come su di un palcoscenico pirandelliano vestendo e lasciando cadere le proprie maschere.

L’atmosfera nottura che l’autrice ha ricreato tra le pagine di questo suo primo romanzo dona alla storia stessa un fascino che cattura e ammalia il lettore.

La redazione di Locanda Almayer ha incontrato l’autrice e l’ha intervistata chiedendole di svelarci qualche segreto di questo suo successo, domandandole di lei e della sua esperienza letteraria.

Metamorfosi. Partiamo dal titolo. Di per se lascia pensare ad un’evoluzione, un cambiamento , eppure si ha come l’impressione che certe cose non siano mai mutate, passate. Crea quasi un contrasto questo. E’ vero?

Verissimo, questa è esattamente l'impressione che volevo lasciare. E' un titolo molto ironico, ma di un'ironia amara, come una sorta di consapevolezza latente sull'estrema difficoltà del mutamento, quasi una maledizione a restare sempre ancorati ognuno alla propria identità, qualunque essa sia.

Come sono nati l’idea e l’intreccio di Metamorfosi?

Ecco, questa è una domanda a cui proprio non so rispondere. Vedi, io non sono una di quegli scrittori che pensano ad una storia e la raccontano, oppure costruiscono uno schema e poi piano piano ne tirano fuori una trama o simili. Con tutto il rispetto per le suddette tipologie di scrittura, devo confessare che a me succede qualcosa di completamente diverso, nuovo, stra-ordinario. Io ho l'impulso, l'esigenza, l'urgenza a volte di scrivere. E allora mi metto davanti al computer e assecondo questo mio particolare stato d'animo, senza sapere minimamente dove andrò a finire o perché racconto proprio quella storia... La creazione per me è un processo totalmente inconscio, non so spiegarlo; solo a posteriori lo razionalizzo, lo sistemo, lo curo e così via, ma in origine è come un gettito spontaneo, incontrollabile.

Ci racconti come sei arrivata alla tua casa editrice, Il Filo?

Mi piacerebbe raccontare un'avventura emozionante e perigliosa, per me invece è stato banalmente semplice: ho inviato il manoscritto solo a loro, perché sapevo che selezionavano inediti, e dopo un po' di tempo ho ricevuto la loro proposta di pubblicazione, con tanto di telefonata del loro critico a dir poco entusiasta del libro. E allora, beh, ho accettato di corsa!

Metamorfosi è un libro che parla più di odio o più di amore?

Credo che parli di entrambi allo stesso identico modo, nel senso che l'uno è l'altra faccia dell'altro, per questo ad esempio l'amore in Metamorfosi è sfida all'ultimo sangue, duello micidiale, passione rancorosa. Mi piaceva tratteggiare tensioni e stati d'animo estremi, in un'esagerazione che sapesse di primordiale. E' la genuinità preoriginaria del sentimento vero: purezza e pericolo, costanti ed inscindibili.

Quale è stata la cosa più faticosa e la cosa più piacevole di questa tua prima pubblicazione?

La più faticosa è stata ed è tuttora avere un minimo di visibilità. Perché ho solo vent'anni, perché ho alle spalle una casa editrice piccola, perché purtroppo oggi i media sembrano tuffarsi solo su prodotti scandalistici o che vendano bene per vari bizzarri motivi. Fumo agli occhi, insomma, nella maggior parte dei casi: e tutto questo a discapito ovviamente della qualità. Uno scrittore che a vent'anni scrive un buon libro, invece, non è tenuto in conto quasi da nessuno - non è un autoriferimento compiaciuto: sono convinta che fra gli scaffali dei libri “sconosciuti” ci siano dei testi di miei coetanei ben più validi rispetto a quelli che invece hanno oggi successo e fama (culturalmente immeritati).
Credo che il lato più piacevole consista proprio nel riscontro del tutto positivo che sto avendo finora dai lettori, di qualunque età e tipologia, nell'entusiasmo che mi regalano, nella gioia di percepire di esser riuscita a trasmettere emozioni, sensazioni, pensieri ad altre persone con cui potermi confrontare. E' questa, la magia della scrittura.

Se ti dicessi che in alcuni momenti mi hai ricordata il talento già affermato di Nicolò Ammaniti, cosa mi risponderesti?

Ti ringrazierei, perché è un autore, come hai ben detto, di affermato talento! Anche se non mi ritengo una seguace, per così dire, della letteratura “cannibale", di cui lui invece è un grande esponente. Tuttavia
apprezzo moltissimo il suo stile, secco conciso e a tratti maledettamente crudele.

Da alcune pagine del libro, soprattutto dalle citazioni che separano un capitolo e l’altro si intuisce che ami Pirandello, Calvino… ma tra gli autori contemporanei? Chi ti piace?

Dunque... così a caldo mi vengono in mente gli immensi Jacques Derrida e penso a "Memorie di cieco", e Jostein Gaarder e mi viene in mente "L'enigma del solitario", ma adoro anche Diego Marani con l'insuperabile "Nuova grammatica finlandese" e Sebastiano Vassalli per il suo premiatissimo “Chimera" e apprezzo molto Antonio Tabucchi: "Sostiene Pereira" ti resta nel cuore, Giancarlo De Cataldo "Romanzo Criminale", letto tutto in pochi giorni e la prosa di Claudio Magris in "Microcosmi". E non posso non
citare il curatore della mia prefazione, Walter Veltroni, che ho scelto appunto per la sua spiccata abilità nella scrittura, "Il disco del mondo" ne è una prova, è semplicemente splendido.

Hai all’attivo alcune collaborazioni giornalistiche di carattere cinematografico, un corso di studi in filosofia e un primo romanzo pubblicato. Lo so, è sempre un po’ difficile rispondere a questa domanda, ma da grande che vuoi fare?

Per me non è affatto difficile rispondere a questa domanda, non lo è mai stato, ho sempre risposto questo, fin da bambina: io da grande voglio scrivere. Punto. E non m'interessano le classiche repliche del tipo che il mondo dell'editoria è in crisi, che la gente non legge, che di scrittura non si campa: io non riesco a pensare a niente di più grandioso.

Qualcuno ha insinuato che la Melissa che fai morire nel tuo libro rappresenta simbolicamente il fenomeno da baraccone di Melissa P. e tutto il frastuono che per lungo tempo l’ha circondato focalizzandosi più sullo scalpore che sulle qualità letterarie. E’ vero o un eccesso di zelo del giornalista che l’ha scritto?

Diciamo che l'insinuazione è stata arguta, indubbiamente un "eccesso di zelo” del giornalista (la mia Melissa non ha proprio niente da spartire con Melissa P.) che tuttavia inconsapevolmente ha centrato uno dei messaggi che nel mio piccolo tento di dare soprattutto ai miei coetanei: non lasciarsi abbagliare da lustrini o dal successo facile. Saper scrivere è tutt'altra cosa.

Ci dici dove possiamo comprare il tuo libro? Nelle librerie.. in internet… Dove?

Dunque, il libro è ordinabile in tutt'Italia e presto sarà presente nelle varie librerie che lo richiederanno al distributore Mursia. La distribuzione nazionale è stata un traguardo raggiunto grazie alla ristampa, avvenuta addirittura prima della presentazione, davvero una sorpresa per me! Comunque è attualmente presente nelle librerie segnalate sul sito ufficiale (www.metamorfosi.altervista.org) e anche su internet (attraverso IBS e IL FILOonline).


di Anna Maria Verde
Tratto da www.locanda-almayer.it

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