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Recensione Il serpente cosmico
Ho letto questo libro un po' per caso e un po' perché suggeritomi da un'amica divoratrice di libri di questo genere (con tematiche che hanno a che fare con le tradizioni sacre e magiche di popoli tribali). Pensavo, quando ho iniziato a leggere, di ritrovarmi dinnanzi al solito romanzo un po' noiosetto (quando ne hai letto già qualcuno del tipo, spesso ritrovi le stesse cose trite e ritrite negli altri) sugli usi e i costumi del popolo dell'Amazzonia, visti e vissuti dal solito studioso occidentale con manie di... "occidentalizzazione". In realtà, fin dall'inizio qualcosa ha carpito la mia attenzione e l'ha tenuta viva fino alla fine: non si tratta, infatti, di un vero e proprio romanzo, ma di un resoconto di viaggio di questo antropologo svizzero presso la comunità degli Ashaninka e a contatto con lo sciamanesimo che ne costituisce la sfera spirituale. L'incontro con questa realtà è incredibilmente arricchente per lui, perché gli apre nuove porte su un mondo nuovo: quello delle esperienze di stati alterati di coscienza che vivono gli sciamani del luogo utilizzando alcune piante psicotrope. Ciò che colpisce l'antropologo è la conoscenza, da parte di questi uomini, di tutte le piante della loro foresta, dei benefici che esse apportano realmente (lui per primo le prova) e delle loro proprietà chimiche pur senza avere nozioni scientifiche.
Questo diventa così, un libro che scardina alcuni degli assunti della scienza ufficiale e dimostra, proprio sulla base di studi di biologia molecolare e di neurologia, come il cervello umano, se stimolato, sia in grado di raggiungere livelli di conoscenza elevatissimi facendo ricorso alla coscienza stessa. Narby conduce un viaggio tra le pieghe della scienza e, contemporaneamente, tra quelle dello sciamanesimo, portando avanti esperimenti e studi paralleli delle due discipline, motivando l'una con riferimenti all'altra e viceversa. Come un vero e proprio scienziato, sonda i misteri dello sciamanesimo servendosi degli strumenti di esplorazione della scienza ufficiale e, allo stesso tempo, scopre incredibili convergenze tra le esperienze sciamaniche degli stati alterati di coscienza e nozioni di biologia e neurologia. Sembra che gli sciamani detengano una conoscenza del corpo e della coscienza che è addirittura precedente alle scoperte scientifiche d'Occidente e che viene espressa attraverso l'intuizione e condizioni particolari.
Questo libro, sappiatelo, ha fatto scalpore. Ed è un bene che sia stato tradotto anche in Italia. Credo che abbia il grande pregio di parlare con un linguaggio semplice di argomenti tutt'altro che semplici, ma complessi e innovativi; si rivolge all'uomo moderno, che spesso si sente franare sotto i piedi le certezze e vede dissipare la sua sfera spirituale, accendendo speranze nuove. In questo libro troverete quindi come spirito e corpo, anima e materia viaggiano di pari passo. Forse, siamo alla svolta: la dimostrazione dell'esistenza di un nuovo metodo conoscitivo basato sull'esperienza diretta e individuale e l'unione di due dimensioni che, da troppo tempo, sono state separate a favore di un freddo razionalismo. Finalmente un libro che parla di cose "magiche" utilizzando il bisturi rassicurante della scienza!
Di Alessandra Burti
Di Alessandra Burti
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