Recensione Pablo Neruda Towards the Splendid City
Discorso di Neruda all'assegnazione del premio Nobel il 13 dicembre 1971.
Il mio discorso sarà un lungo viaggio, un viaggio che io ho intrapreso attraverso le regioni che sono distanti ed agli antipodi, ma non per regione meno simile ai panorami ed alla solitudine in Scandinavia. Mi riferisco al modo in cui il mio paese si allunga verso l'estremo sud. Noi Cileni siamo così remoti che i nostri confini quasi toccano il polo sud, e richiamano la geografia della Svezia, le cui teste raggiungono le regioni nevose più a nord di questo pianeta.
Giù per questi vasti spazi nel mio paese nativo, dove sono stato preso da eventi che sono già cascati nell'oblivio, uno deve attraversare, ed io sono stato costretto ad attraversare le Ande per trovare la frontiera del mio paese con l'Argentina. Grandi foreste fanno diventare queste aree inaccessibili un tunnel attraverso il quale il nostro viaggio era segreto e proibito., con solo i segni più flebili a mostrarci la via.
Non c'erano tracce , nè sentieri, ed io ed i miei quattro compagni, cavalcando , continuammo nella nostra via tortuosa, evitando gli ostacoli degli alberi immensi, fiumi inattraversabili, dirupi e desolate distese di neve, cecamente cercando la direzione nella quale stava la mia stessa libertà. Quelli che erano con me sapevano come trovare la strada attraverso il denso fogliame della foresta., ma per sentirsi più sicuri marcavano la strada con dei tagli del machete qui e la nella corteccia degli alberi, lasciando tracce che avrebbero seguito dopo avermi lasciato al mio destino.
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Il discorso continua in inglese su nobelprize.org
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