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Ancora dalla parte delle bambine

Davvero interessante il nuovo saggio di Loredana Lipperini “Ancora dalla parte delle bambine” (Feltrinelli, 2007, euro 15).
La Lipperini riprende il soggetto di un libro pubblicato negli anni Settanta da Elena Gianini Belotti, sostenendo che da allora - in fondo - le cose non sono cambiate granché. Le bambine di oggi somigliano molto a quelle di ieri. Le eroine dei fumetti le invitano a essere belle. Le loro riviste propongono test sentimentali e consigli su come truccarsi. Nei loro libri scolastici, le mamme continuano ad accudire la casa per padri e fratelli. La pubblicità le dipinge come piccole cuoche. Le loro bambole sono sexy e rispecchiano (o inducono) i loro sogni. È vero. I libri, film e cartoni propongono più personaggi femminili di un tempo: ma confinandoli nell’antico stereotipo della fata e della strega. Sembra legittimo chiedersi cosa sia accaduto negli ultimi trent’anni, e come mai coloro che volevano tutto (il sapere, la maternità, l’uguaglianza, la gratificazione) si siano accontentate delle briciole apparentemente più appetitose. Così ne ha parlato Giovanna Zucconi su La Stampa: “Che cosa non può mancare nella tua borsetta? Le gomme da masticare. Un lucidalabbra. Un fermaglio per i capelli. Ma certo, sacrosanto, grazie per avercelo ricordato: il lucidalabbra è indispensabile, dona un’aria glamour. Mentre per ciglia da cerbiatta, com’è universalmente noto, occorre il piegaciglia. Niente di strano. Così fan tutte, così san tutte, o quasi. Solo che questo prontuario di cosmesi e seduzione è dedicato a bambine di quattro anni. Così piccole che una borsetta potrebbero (dovrebbero?) non averla, per non dire del piegaciglia. È un libro per mini-lettrici, o forse ancora neppure lettrici, legato al cartone animato Trollz. A quattro anni le donne non leggono, però consultano Crea il tuo look e mettono il lucidalabbra. The devil is in the details, direbbero gli inglesi. Sono i particolari a svelare. Ma non è soltanto il diavolo ad appassionarsi ai dettagli. Osservando meticolosamente piccini e adulti, nel 1973 Elena Gianini Belotti, insegnante montessoriana, pubblicò Dalla parte delle bambine, per dire che la differenza fra maschi e femmine non è innata ma frutto dei condizionamenti sociali e culturali. Trentaquattro anni dopo, oggi, Loredana Lipperini, giornalista, setaccia puntigliosamente fumetti, riviste, moda, pubblicità, televisione, e pubblica Ancora dalla parte delle bambine. Studiando quello che con termine orribile il marketing chiama re-genderization: ossia il ritorno ai generi, alla differenza. (…) Le fatine Winx, fenomeno del momento, sfoggiano un’impeccabile french manicure e le labbra gonfie come celebrities di Mtv. Le bambole Bratz portano pantaloni a vita bassa. È come se giornaletti e cartoni animati bombardassero i bambini maschi di cinque anni con schiuma da barba, anabolizzanti, tagliasigari. (…)”
Come ha precisato la stessa autrice del libro “essere adulti in una società complessa richiede l’osservazione e la comprensione dei simboli che ci circondano: specie quelli proposti a bambine e bambini. Io ho cercato di fare esattamente questo: raccontare quel che ho visto per comporre un quadro. Dove, certo, ci sono anche le Winx: che occorrerebbe studiare e capire non per censurare, ma per disinnescare, per esempio, l’invito ossessivo alla bellezza, alla popolarità, all’apparenza.
Non c’è, in nessun punto del mio libro, un tentativo censorio. Ho semplicemente notato che le eroine proposte a bambine e ragazze riprendono con insistenza il modello di fata e strega, tornando ad identificare il femminile nel rapporto con il trascendente, e dunque con “altro” dal mondo degli uomini. Teoria non nuova: la riprende Simone De Beauvoir ne “Il secondo sesso”, e a mio parere continua ad avere una propria validità”.
Tematiche già affrontate, dunque, ma riviste con ottima lucidità nell’ottica moderna del nuovo millennio.

Massimo Maugeri
www.letteratitudine.blog.kataweb.it

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Trovate approfondimenti sul libro qui:
http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2007/11/01/un-doppio-grazie/#comments

Di Massimo Maugeri

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