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Recensione Kostģs Palamąs

Kostģs Palamąs

Kostģs Palamąs e l’Inno Olimpico

 Kostģs Palamąs č noto per i versi dell’inno composto in occasione della prima edizione dei Giochi Olimpici svoltasi ad Atene (autore della musica fu il grande compositore greco Spyros Samaras); fu eseguito per la prima volta in occasione della cerimonia d’apertura, il 6 aprile 1896, suonato da nove complessi bandistici e intonato da un coro. Fu riproposto dieci anni pił tardi nei cosiddetti Giochi Intermedi di Atene. Da quel momento, una moltitudine di composizioni si č succeduta fino al 1960. Sei anni prima, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) aveva indetto un concorso mondiale per la scelta di un nuovo inno. I lavori presentati furono 392 e vincitore risultņ Michael Spisak con una moderna composizione atonale, le cui parole erano tratte dalle “Odi di Pindaro”. Questo inno non divenne mai molto popolare e si decise pertanto di ritornare all’inno di Samaras-Palamąs. Il principe Axel di Danimarca, membro del CIO, propose di adottarlo come inno ufficiale e la mozione fu approvata all’unanimitą. Dall’edizione dei Giochi di Roma (1960) entrņ a far parte della Carta olimpica.
Gli indimenticabili versi dell’Inno sono i seguenti:
«Immortale spirito di antichitą,
Padre del vero, bello e buono,
discendi, appari, infondi su di noi la tua
luce sopra questa terra e sotto questo
cielo che ha per primo testimoniato la tua
immortale celebritą.
Dai vita e anima a questi nobili giochi!
Lancia corone di fiori freschi ai vincitori
nella gara e nella lotta!
Crea nei nostri petti, cuori d’acciaio!
Nella tua luce, pianure, montagne e mari
brillano nel colore rosato e formano un
immenso tempio al quale tutte le nazioni
si affollano per adorarti,
Oh immortale spirito di antichitą.».
Si č detto che esso «esprime lo “spirito immortale” proprio delle Olimpiadi, carico dei valori sui quali si fonda l’Unione Europea, come la sana competizione leale, la solidarietą, la fratellanza, la pace e la diversitą».

Di Silvia Iannello


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