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Recensione John Fante L'abruzzo, terra d'origine di John Fante
John Fante era il figlio di un emigrato americano abruzzese, un muratore che amava l’alcol e le donne, originario di Torricella Peligna, piccolo paese in provincia di Chieti che coltiva il mito di Fante e che nel 2006 gli ha dedicato il festival “Il dio di mio padre” (dal nome di un suo bel racconto). A Pescara, nel Media Museum, è conservata la macchina da scrivere con la quale Fante scrisse il romanzo “La confraternita dell’uva”, pubblicato nel 1977.
Dan, il terzo figlio di Fante nato nel 1944, anche lui scrittore e innamorato dell’Abruzzo, è venuto in tour in Italia con il gruppo degli Hollowblue e in una commossa intervista ha detto del padre: «Lui era la mia ispirazione, la mia coscienza, il mio esempio, il mio cuore... Grazie a Bukowski lui ora è considerato un classico... era molto bravo nell’ironia e nella comicità». A proposito delle difficoltà di trasporre i libri del padre in film, ha detto: «E’ una partita a dadi, qualche volta puoi vincere ma per la maggior parte delle volte perdi». Stephen Cooper, il biografo di John Fante, un professore di Inglese e Cinema della California State University di Long Beach, ha paragonato la forza letteraria di Fante a quella di Hemingway o Faulkner. Cooper ha raccontato che quando Fante giunse a Torricella Peligna (alla fine degli anni ’50), vedendo un misero e povero paesetto con le donne in lutto, i bambini scalzi e gli sguardi corrucciati dei compaesani di suo padre, fece retromarcia senza neanche scendere dall’auto e andò via (non voleva forse distruggere con la realtà dei luoghi e della gente il ricordo luminoso della terra originaria, alimentato dall’accorata nostalgia del padre). Amò invece Roma e Napoli, ove visse per alcuni periodi durante la preparazione di alcune sceneggiature per Dino de Laurentiis: in una sua lettera alla moglie, a proposito delle donne napoletane - pur grasse e sgraziate - scrisse: «Ma devo anche dire che sono meravigliose, ognuna ha il volto della madre di Dio e le mani contorte, incallite e tenere delle donne che hanno passato la vita a badare ai propri figli e ai propri uomini.».
Numerosi sono gli entusiastici ammiratori di John Fante, tra i quali lo scrittore Sandro Veronesi e gli artisti De Gregori, Ligabue, Pelù e Capossela che lo hanno ricordato ai nostri giovani, per i quali è divenuto un vero e proprio scrittore di culto. Qualche tempo addietro, Giovanna Di Lello ha presentato al Festival dei Popoli di Firenze - alla presenza di Stephen Cooper - il suo commovente video, dedicato allo scrittore dal titolo “John Fante, profilo di scrittore”.
Di Silvia Iannello
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