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Recensione E' questo il suggestivo titolo data dalla regista americana Salina al suo documentario- inchiesta che costituisce un atto di denuncia -scientificamente argomentato dalle autorevoli testimonianze di GLEICK,BARLOW,GADGIL,OLSONHAUTER,MARKS,SINGH etc-delle conseguenze nefaste della privatizzazione dell'acqua determinate dalla volonta' predatoria delle multinazionali-quali la VIVENDI UNIVERSAL,LA SUEZ,LA RWE-THAMES,LA BECHTEL-UNITED UTILITIES-i cui profitti annuali ammontano oramai al 40% di quelli dell'industria petrolifera. Ebbene,se la societa' civile dovesse consentire senza opporsi in alcun modo la mercificazione delle risorse mondiali idriche, “l'aqua andra' a chi se la potra' permettere e non a chi ne ha bisogno”.Se sotto il profilo tecnico-osserva la celebre scienziata e militante Shiva-le cause della attuale crisi idrica possono essere ricondotte alla deforestazione,alle attivita' minerarie,alle monoculture agricole e forestali sotto il profilo ideologico le cause sono piu' profonde e sono relative alla ideologica neoliberista che ha dato avvio alla privatizzazione delle risorse erodendo completamente i diritti dei popoli.A questa ideologia bisogna contrapporre una scala di valori completamente contraria,costruita sulla consapevolezza che l'acqua e' un dono della natura,e bisogna usarla secondo le nostre esigenze rispettando le specie e gli ecosistemi,che l'acqua connette tutti gli esseri umani attraverso il suo ciclo e che di conseguenza comprarla o venderla per trarne profitto costituisce una gravissima violazione del diritto dei popoli ad usufruirne. Se questi presupposti ecologici saranno fatti propri dalla societa' civile la mobilitazione permanente contro le multinazionali che ne seguira' sara' di tale portata da ridimensionare il potere delle multinazionali. Di prupitto
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