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Afrodite - Internòs Edizioni - 2

Una storia di raffinata e crudele sensualità nell’Egitto di Berenice

Prima di tutto qualche nota sull’autore:
Pierre Louÿs (1870-1925), condotto a Parigi fanciullo, vi rimase per tutta la vita, legandosi d’amicizia particolarmente con André Gide, che era stato suo compagno di scuola, e con Paul Valery.
Cominciò prestissimo a scrivere versi e nel 1891 si rivelò poeta di tendenze parnassiane nel suo primo volume Astarté.
Tradusse i poeti greci e fu a sua volta poeta di forma pura. Così quando nel 1894 pubblicò le sue “poesie in prosa” intitolate Le canzoni di Bilitis non gli fu difficile farle credere opera di un’ignota poetessa contemporanea di Saffo da lui soltanto tradotta.
Il suo romanzo di maggior successo, Afrodite, fu pubblicato nel 1896.
Ebbe una grande influenza sui letterati del suo tempo, in Italia in particolare su D’Annunzio.
Le Canzoni di Bilitis furono musicate da Debussy e dal romanzo d’ambientazione spagnola La donna e il burattino il regista Von Sternberg ricavò un celebre film interpretato da Marlene Dietrich.

AFRODITE è considerato unanimemente un capolavoro della letteratura erotica.
Considerato licenzioso dalla morale dell’epoca, narra una vicenda che si svolge nell’antica Alessandria, al tempo della regina Berenice, sorella di Cleopatra.
Lo scultore Demetrio, amante della regina e idolo di tutte le donne, incontra una sera una tra le più belle cortigiane della città, la galilea Chrysis. L’amore per lei lo induce a cedere al capriccio dell’ambiziosa ragazza che gli chiede, come prezzo delle sue carezze, di compiere azioni che condurranno entrambi verso un destino segnato dal delitto e dal sangue di vittime innocenti.

Nota conclusiva: di questo romanzo sono il traduttore: è stato un lavoro durissimo. Per fare un esempio, potrei dire che è stato come, per un francese, tradurre D’Annunzio nella propria lingua. L’autore usa un vocabolario raffinatissimo, con continui richiami al greco classico. Basti pensare alla ricostruzione di luoghi, usi e costumi dell’antico Egitto, compresa la gastronomia. Ne valeva la pena, però, perchè il romanzo è veramente affascinante e credo sia giusto averlo riproposto ai lettori italiani.

Di goffredo

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