Recensioni libri

biografia

Recensione

Foto

Libri


Autori
A B C D E F G
H I J K L M N
O P Q R S T U
V W X Y Z

Scrittori presenti: 20909

Menu

Recensioni libri
News
Autori del giorno
Top20
Le vostre Recensioni
Newsletters
Percorsi Narrativi
I nostri feed RSS
I premi Nobel per la letteratura
Albo d'oro Premio Strega
Albo d'oro Premio Campiello

 

Recensione

Il pretore di Cuvio

 Il pretore di Cuvio
Il pretore di Cuvio

Lui, lei e l’altro
-----------------
“La signora lo aspettava sulla porta e lo tirava dentro come un sorso d’acqua. <> sclamava il Vanghetta abbracciandola appena dentro la porta e guidandola verso un divano senza sponde, che era l’unico supporto sul quale gli fosse possibile goderla, se non tutta, almeno in gran parte.”



Di Boccaccio e del Decameron c’è ampio spirito in questo romanzo breve di Piero Chiara, tanto che l’inizio è un’epigrafe della quinta novella della giornata ottava (io vi voglio mostrare il più nuovo squasimodeo che voi vedeste mai). E come lo squasimodeo del grande autore medievale esercita l’attività giudiziaria, anche in questo romanzo il più attuale squasimodeo, tale dottor Augusto Vanghetta, professa l’attività di pretore in Cuvio durante il ventennio e in particolare negli anni Trenta.
Uomo non certo di bell’aspetto (alto poco più d’un metro e mezzo, curvo e quasi gobbo, già grasso e occhialuto a vent’anni e simile a un coleottero o a uno scarabeo stercorario per la sua tendenza a cacciarsi nel sudicio…) è di mediocri capacità professionali, di scarsa intelligenza, ma dotato di un’astuzia da faina e amante anche del protagonismo, alla ricerca di una posizione di prestigio che faccia da contraltare alla sua pochezza. Bugiardo, amante della vacuità, è in preda a un continuo e forsennato desiderio sessuale, un’insaziabile satiriasi che lo porta ad accompagnarsi con qualsiasi tipo e genere di donna, dalla nana alla femmina fatale, dalla prostituta delle case chiuse alle clienti che ha occasione di conoscere nel corso della sua attività.
Non è difficile riscontrare più di un’analogia con un personaggio politico attuale, che Chiara, quando scrisse questo testo, non poteva però aver conosciuto, e quindi è sorprendente sapere che, con la sua fantasia, ha dato corpo a qualcuno che si sarebbe manifestato molti anni dopo.
Augusto Vanghetta è coniugato con un’orfana, moglie ideale, in quanto integerrima e in possesso di notevoli disponibilità, il che gli ha consentito di cogliere due piccioni con una fava: il matrimonio indispensabile per una parvenza di normalità e il denaro, sempre più occorrente per dare sfogo ai suoi capricci.
La moglie, poveretta, soffre della sua condizione di oggetto di rappresentanza e già di debole costituzione si ammala, dimagrendo a vista d’occhio. Del resto, che vita può essere la sua, consapevole, grazie anche al giro di conoscenze della piccola entità locale, dei continui e ripetuti tradimenti del marito? Da essere umano diventa poco a poco un vegetale, rinchiusa in se stessa di fronte non solo all’ostentata indifferenza del marito, ma anche nell’impossibilità di condurre una vita familiare almeno in apparenza normale.
Non brutta, anzi graziosa, nonostante la sua magrezza, sente la vita sfuggirle e ormai dispera, fino a quando non incontra un aiutante del marito, un giovane avvocato, solerte, bravo, ma che nella mentalità di Vanghetta non è un uomo, perché non va a caccia di donne.
Senza sospetti il pretore lo introduce in casa sua, dando vita piano piano a una coabitazione che finirà con l’emarginarlo.
Non vado oltre, perché le sorprese non mancheranno e con un epilogo che è da manuale.
La scrittura di Chiara è fluente, ammaliatrice, continuamente piena di sorprese e di invenzioni, come nel caso della rappresentazione teatrale travolta, e non in senso figurato, dall’improvvisa piena di un fiume; e si ride, volentieri, anche se è sempre presente una nota malinconica sul destino degli uomini, grandi, normali o mediocri che siano: come formiche lottano sul palcoscenico della vita per arrivare tutti a quell’ultimo traguardo, un’esistenza di passioni, di delusioni, di vittorie, ma più ancora di sconfitte, di cui l’ultima è l’inevitabile conclusione di quella battaglia subito avviata non appena venuti alla luce.
Il pretore di Cuvio è un romanzo indubbiamente assai bello, da leggere non solo per sorridere, ma anche per meditare.

Di Renzo.Montagnoli

I Libri Biografia Recensione Le foto

Ti piace la scrittura creativa, la poesia e parlare di letteratura? Perche' non vieni sul forum di zam per incontrare nuovi amici con la tua passione!

 

 Ora puoi inserire le news di zam.it sul tuo sito.
Pubblica le news

ULTIME NEWS
La primavera silenziosa di Rachel Carson, il primo libro ambientalista che ha cambiato il mondo
[18-04-2024]
Hard Rain Falling: Un Viaggio Dostoevskiano nel Buio dell'America degli anni '40
[15-04-2024]
New York negli Anni '60: Lo Scenario Urbano di Jim entra nel campo di basket di Jim Carroll
[10-04-2024]
La calda estate di Mazi Morris, il romanzo d'esordio hard boiled della scrittrice israeliana Daria Shualy
[09-04-2024]
Le cavie umane nell'Unità di Ninni Holmqvist
[07-04-2024]
Il mondo di Charlie, la saggezza di un ultra centenario
[04-04-2024]
Il ritratto di Adelaida Gigli dipinto da Adrian Bravi
[03-04-2024]
Aliyeh Ataei ci porta tra le strade di Teheran
[02-04-2024]
Leggi le altre News