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Ricostruire la democrazia

La democrazia è una chimera
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Che nel nostro paese esista la democrazia sta scritto solo nella Costituzione poiché nella realtà questa non esiste e quanto più la si invoca e la si richiama tanto più la si allontana. Se non è certo pensabile una democrazia come quella ateniese, frutto di volta in volta dell’incontro della volontà di tutti i cittadini, tuttavia è in forza del sistema elettorale che può essere o meno avvicinata, senza che mai ci sia la possibilità di realizzarla completamente. Con il sistema proporzionale, senza correzioni se non l’introduzione di una soglia di sbarramento per evitare un’eccessiva frammentazione, c’era la certezza che la quasi totalità delle idee e dei movimenti ad esse riconducibili potessero trovare una loro rappresentanza in parlamento, che è l’unica fonte del potere legislativo, mentre il governo ne è dipendente, in quanto svolge costituzionalmente una funzione esecutiva. Nel tempo, però, il potere dei cittadini elettori è sempre stato più ridotto con modifiche alle leggi elettorali volte a privilegiare uno status quo della classe politica, ovviamente in danno dei mandanti, ridotti al semplice ruolo di soggetti ininfluenti, impossibilitati a cambiare una situazione, né più né meno come accade in regimi dittatoriali in cui le elezioni hanno funzioni di mera apparenza.
L’introduzione del mattarellum e poi del nefasto porcellum, in base al quale si sono tenute anche le recenti votazioni, ha di fatto spossessato l’elettore del suo potere di scelta, tanto che non esistono opzioni volte a privilegiare i candidati, di fatto imposti dalla logica dei partiti che lasciano l’unica possibilità di scegliere quella o quell’altra coalizione. Se vi sembra poca cosa, dico solo che siamo tornati indietro di un secolo e mezzo, all’epoca degli statuti monarchici che, rappresentando mere concessioni dei sovrani, di fatto impedivano al popolo di incidere sulla conduzione dello stato.
Ricostruire la democrazia, questo libro di un centinaio di pagine, ha come scopo appunto di evidenziare quanto ormai siamo lontani dal concetto di democrazia, prendendo in esame i sistemi elettorali passati e quello vigente, nonché le proposte di modifica dello stesso, invocate a gran voce dai vari partiti e sempre rinviate, perché il porcellum rappresenta l’optimum per chi vuole mantenere inalterato il proprio potere, con effetti però anche nefasti, poiché, come accaduto per le recenti elezioni, il diverso e opinabilissimo sistema del premio di maggioranza per la Camera e il Senato porta di fatto a una difficile e spesso impossibile governabilità.
Nel 1993 Gianfranco Miglio sosteneva che bisognava temere chi vuole: <<… prevedere prima delle elezioni le maggioranze e quindi i risultati delle elezioni. Non ho trovato mai qualcosa di più profondamente antidemocratico di questo modo di pensare. Questo intendersi prima come si andrà d’accordo. L’essenza del sistema rappresentativo sta nella non prevedibilità dei risultati. Il carattere moralizzatore dei giudizio dei cittadini riposa proprio sulla sua non-prevedibilità. Chi deve governare, ed è portato a un certo punto a compiere degli atti illegittimi o comunque illeciti moralmente, deve sapere che c’è un giudice che tace, non si esprime, ma che al momento del voto si farà sentire. Questa è l’essenza della democrazia.>>.
E la risposta fu Miglio estromesso dal governo, nuova legge elettorale con il tatarellum solo per le regioni, per approdare infine a quella porcata che è proprio il porcellum che pone l’elettore di fronte a un quadro già prestabilito, togliendogli così possibilità di intervenire per incidere sulle future scelte, riducendolo di fatto a un organo consultivo.
Ma visti i malumori che salgono sempre più forti dal basso e che si sono concretizzati nel voto di protesta al Movimento 5 Stelle, maggioranza e opposizione è da un po’ che parlano di adottare una nuova legge elettorale, con proposte che come la tela di Penelope vengono portate avanti di giorno e disfatte di notte, e in ogni caso con arzigogolamenti volti a mantenere lo status quo.
Ce n’è quindi abbastanza per sentirsi, scusate il termine, mazziati e cornuti, una situazione che non esito a definire incresciosa e che all’indomani dei risultati elettorali, dove nessuna dichiara mai di aver perso, gli unici autentici sconfitti sono solo gli elettori.
E’ da leggere questo libro, per capire, anche per arrabbiarsi, ma soprattutto per avere coscienza di quanto del nostro potere ci è stato tolto, in pratica tutto.

Di Renzo.Montagnoli

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