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Recensione Giovanni Mariotti

Giovanni Mariotti

Musica nella casa accanto

le prime pagine
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Disegnare piantine è stato per anni il suo passatempo preferito.
Quand'era stanca del lavoro o di altri pensieri prendeva un foglio di extrastrong e - la rossa punta della lingua fra le labbra - disegnava con applicazione da scolara una piantina della casa come l'avrebbe voluta.
Le piantine si somigliavano tutte però ogni volta lei spostava una porta o un armadio o introduceva qualche altra novità e quando aveva completato la piantina o più tardi, al momento di mostrarla al marito, le sembrava che quelle varianti presentassero numerosi vantaggi e nessun inconveniente tanto che si chiedeva stupita come avesse potuto non pensarci prima.
Finché erano stati inquilini diceva: "Se la casa fosse mia farei così e così... butterei giù questo muro... qui ricaverei uno sgabuzzino... qui invece metterei una porta a coulisse...".
Ma una volta diventati padroni della casa soldi per quei lavori non ne erano rimasti: l'acquisto aveva asciugato il conto corrente e il mutuo succhiava ogni mese una parte considerevole dei guadagni.
Questo non le impediva di disegnare piantine nella speranza che da lì a qualche anno lei e suo marito si trovassero a disporre del centinaio di milioni necessari alle trasformazioni che si prefiggeva.
Aveva più o meno cinquant'anni e pensava che ci potesse ancora essere, per loro, qualche dono della Fortuna... qualche successo inatteso.
Non dimenticava di giocare tutte le settimane al Lotto e al Totocalcio e di comprare a Capodanno i biglietti della Lotteria.
Ma a partire da un certo momento aveva dimenticato sia di compilare schede e di acquistare biglietti sia di disegnare piantine.

Saltato fuori da chissà dove trova su un tavolo uno di quei progetti.
Il corridoio che fende l'appartamento da un capo all'altro è stato soppresso e chi dal pianerottolo penetra nella casa scopre con sorpresa una sala da pranzo che risulta dalla somma di parte del corridoio, di parte della cucina e dello stanzino-guardaroba.
Da lì si passa nel salotto... dal salotto nella camera da letto... dalla camera da letto nel locale più ambizioso - il bagno - ampliato a spese di quel che resta del corridoio così da ospitare una Jacuzzi per due con idromassaggio...
A un certo punto non aveva più disegnato piantine e non si era più addormentata spostando mentalmente mobili da una stanza all'altra o da un punto all'altro della medesima stanza; l'operazione, che nella realtà sarebbe stata faticosa e piena di intoppi, nel pensiero diventava leggera e senza attrito e ogni mobile si incastrava al millimetro nello spazio lasciato libero per accoglierlo.
Quella facilità e fluidità la staccavano dalla vita diurna facendole dimenticare il peso e la resistenza delle cose e favorivano il sonno.
Così, in mezzo a pensieri di cambiamento, la sua vita - la loro vita - era trascorsa per anni, immutabile.

Esamina la piantina per un po' poi dopo aver scosso la testa la getta nel cestino e si ferma a guardare le crepe sul soffitto... le gore d'acqua che scendono dalla finestrella della cucina... gli schizzi sul muro... il mobiletto pensile del bagno con la vernice bianca scrostata... i parquet segnati da solchi e da scure vestigia...
Non solo i progetti non sono stati realizzati ma dappertutto nella casa hanno prevalso incuria e mancanza di manutenzione.
Le maniglie restano fra le mani di chi le gira... un velo di polvere offusca le superfici... i colori caliginosi sono quelli delle stanze non imbiancate da tempo...

Una delle lunghe piogge che fanno da scorta al solstizio d'inverno scende da giorni sulla città.
Il picchiettare fitto o il lento sgocciolare giù dalla grondaia sulla tettoia in eternit la infastidisce e così abbandona la cameretta sulla veranda dove si era trasferita e torna nella camera dove dormivano insieme... la camera dove lui è morto.

Svegliandosi si accorge che il rumore della pioggia è stato sostituito da un brusio leggero e diffuso.
Va verso la finestra e vede i tetti e la strada vestiti di neve.

Ma candore e silenzio durano poco: la temperatura si alza e tornata a scendere la pioggia scioglie la neve.
La gente arranca in mezzo alla fanghiglia sporca, i giorni sono poveri di luce e la città fa pensare, come la casa, all'incuria e alla disorganizzazione.


© 1999, Arnoldo Mondadori Editore

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