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Recensione Michel Tournier Eleazar
le prime pagine
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Il pastorello vedeva avanzare da occidente, sull'oceano, un'onda immensa di bruma dolce e argentata. Sapeva che il pomeriggio sarebbe stato scuro e nessuno avrebbe turbato la sua solitudine. Non aveva paura, ma si sentiva precipitare in un abisso di malinconia. Trascorse un tempo infinito. Poi la campana lontana del villaggio di Athenry sgranň una musica argentina e triste, frantumata dalla brezza marina.
Eleazar conosceva come la sua lingua materna il linguaggio arcaico e incerto delle campane. Ciň che udiva non era l'Angelus né lo scampanio di una festa. Era il cupo rintocco di un servizio funebre. Lui non temeva la morte. Solo l'adulto, saldamente radicato nella terra dei vivi, paventa lo strappo d'una morte inattesa e iniqua. Il fanciullo e il vecchio fluttuano senza che nulla li leghi alla superficie dell'esistenza, e la lasciano senza soffrire.
Ma chi era morto ad Athenry? Poco dopo Eleazar vide passare di lontano Sam Palgrave, in piedi sull'eterna carretta. Come si aspettava, era attaccatta a due cavalli neri. Sam possedeva quattro cavalli da tiro, che gli erano cari perché costituivano una buona rendita. Due cavalli bianchi e due cavalli neri. Usava i primi per i matrimoni, gli altri per i funerali. Ma era sempre la stessa carretta a doppia sponda a fare il servizio. L'adornava ora di veli grigi, sui quali deporre le corone mortuarie, ora di veli bianchi, che il vento confondeva con quelli della giovane sposa.
Cadde la notte come si leva un giorno nuovo. La foschia sul mare scintillava di stelle e si popolava di oscuri riflessi. Era ora di rientrare. Eleazar fischiň ai cani, che non aspettavano altro segnale per radunare il gregge. Un'ora buona di cammino lo separava dalla fattoria che l'ospitava, quella degli Hezlett. Si diresse verso una pecora contro cui si appoggiava, tremante, un agnellino appena nato. Non era in grado di rientrare da solo all'ovile. Eleazar lo prese tra le braccia e se lo strinse al petto. Subito il dolce calore dell'animale e il forte odore del grasso della sua lana lo avvolsero in una confortevole vampa. In seguito, quando ripenserŕ all'origine della sua vocazione religiosa, tornerŕ a quel preciso ricordo, alle notti luminose in cui riportava a casa sulle proprie braccia un agnello troppo debole per camminare.
© 1997 Garzanti Editore s.p.a
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