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Recensione Norman Mailer

Norman Mailer

Mailer e Holliwood

L'attrazione fatale per Hollywood di Norman Mailer, metafora del suo rapporto col "sistema America", del suo esserci dentro e starne fuori. Come Hollywood stessa, in perenne bilico tra scintillanti lustrini e la cupezza violenta di tanti suoi film antimilitaristi... La differenza tra Norman Mailer e scrittori come Fante e Bukowski , nonostante la comune tensione alla dissacrazione, sta nel modo di fare il cinema : Mailer adorava Hollywood, lo spettacolo (si è occupato anche molto di teatro) e avrebbe dato qualsiasi cosa per affermarsi come autore o regista e persino come attore. Gli altri due, invece, disprezzavano profondamente l’ambiente cinematografico e l’atmosfera volgare che vi si respirava : hanno lavorato per il cinema solo perché avevano bisogno di soldi, ma non si sono divertiti . Mailer vecchio appare un po’ meno esaltante, come scrittore (Il Vangelo secondo il Figlio), e la ragione sta nel suo minore attaccamento alla realtà : non ci sono più movimenti di protesta giovanile, tutto è appiattito dalla deprimente logica dell’economia, e lui si rifugia nella reinterpretazione della religione attraverso l’analisi del mito della crocifissione. I suoi romanzi del passato, quelli che gli hanno fruttato premi e riconoscimenti nonché una notorietà planetaria, erano quasi sempre storie vere reinventate, riassemblate e modellate dalla sua fantasia ludica, sfrontata, trasgressiva. Ha sempre lottato contro il sistema politico americano, ma senza tirarsene fuori. Tutti i personaggi più famosi (Monroe, Kennedy) e tutti gli avvenimenti politici eclatanti sono diventati per lui oggetto di scrittura, ma non si può dire che mancasse di immaginazione, piuttosto era uno scrittore-giornalista, molto attento alla realtà e molto lucido nell’analisi. Mailer partiva dalla realtà per mostrare che la finzione verosimile riesce a penetrare in un fatto di cronaca molto più dell’ autenticità dei fatti . La sua si può definire un’arte concreta, una letteratura che parte da Hemingway , Céline, Dos Passos, passa per Henry Miller e approda al realismo politico esistenzialista, al romanzo-reportage. Dopo la Grande Guerra in America si sviluppa una corrente letteraria fortemente antimilitarista : molti libri raccontano l’orrore e l’assurdità di un conflitto che è finito con l’esplosione della bomba atomica e che ha segnato per sempre la coscienza di coloro che vi hanno preso parte come combattenti . Mailer, James Jones, Joseph Heller (autore di Comma 22, che nel ’70 diventa un film per la regia di Mike Nichols) rappresentano la parte migliore di questo filone : raccontano la mostruosità della violenza e l’ottusità dell’esercito da punti di vista diversi (esistenzialista Mailer, anarchico Jones) ma con la stessa passione , lo stesso impegno civile, la stessa onestà intellettuale . La potenza d’urto è tale che più tardi tutta la letteratura Beat seguirà la scia dell’antimilitarismo per molti anni ancora. The naked and the dead (Il nudo e il morto) di Mailer esce nel 1948 ed è il racconto poetico, melodrammatico, romantico ed emotivo della sua esperienza nelle Filippine. Tre anni dopo Jones scrive From here to eternity ( Da qui all’eternità ) , un capolavoro autobiografico ambientato in un’isola del Pacifico , dal quale nel 1953 Fred Zinneman ricaverà un film : Jones compone una delle canzoni per la colonna sonora ed appare brevemente in una scena. Mailer, dopo aver letto il libro di Jones, dirà che è l’unico scrittore americano dotato di un talento superiore al suo. Mailer è simpatico anche per la sua esuberante megalomania : ha vissuto come scriveva, sempre sopra le righe, romanticamente e senza misura. Ha avuto nove figli e sei mogli ed ha sempre bevuto moltissimo. Jones , più ribelle al sistema e meno "americano" ( ha vissuto quasi sempre a Parigi) , ha avuto una vita privata piuttosto regolare. Nel 1998 James Ivory cura la regia del film "La figlia di un soldato non piange mai", tratto dall’omonimo libro scritto da Kylie Jones, una biografia del padre James visto come un vero eroe del nostro tempo ma anche la storia di una ragazza che cerca la propria identità in un ambiente che le è sempre estraneo ( la Francia). Nel ’58 Vincent Minnelli è regista di un altro film tratto dal romanzo di Jones Qualcuno verrà e nel ’62 Annakin dirige Il giorno più lungo , per il quale Jones collabora alla sceneggiatura. Nel ’64 Marton porta sugli schermi La sottile linea rossa , che verrà rifatto da Malick molto più tardi, nel 1998. Diversa è l’esperienza con Hollywood fatta da Norman Mailer, il quale dirige ed interpreta alcuni films, ma senza mai raggiungere il successo di pubblico e di critica che desiderava. La sua fatica da regista più recente è Ringside (1997) . Molti anni prima il suo libro The Executioner’s Song diventa un film di Mattew Barney, il non famosissimo Cremaster 2. Come scrittore il successo di Mailer è incontrastato : sfiora il Nobel per la letteratura nel ’68 con The armies of the Night (Le armate della notte), scritto in sole quattro settimane, che è il racconto denso di passione politica della famosa marcia sul Pentagono contro la guerra in Vietnam, alla quale Mailer ha partecipato finendo anche in carcere per una notte. Vince il Premio Pulitzer ed il National Book Award. Non si può affermare che il cinema americano sia stato e sia , nell’affrontare i temi legati alla guerra e alla violenza, un cinema chiaramente e totalmente antimilitarista : accanto ai bellissimi film summenzionati non ha mai smesso di proliferare una tendenza opposta, fatta per esaltare la potenza delle armi e degli uomini coraggiosi e brutali per il bene e la difesa della Patria, tendenza in cui la genesi di un nemico da sconfiggere è sempre presente .

A cura di Mila Mercandante

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