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Recensione Francesco Alberoni INTERVISTA A FRANCESCO ALBERONI
a cura di Giorgio Cozzi dal sito metapsichica.it
D.- Prof. Alberoni, si avverte la presenza di un movimento spiritualista che attraversa la società attuale. Secondo Lei, effettivamente assistiamo ad una sorta di "attrazione orientale" e qual è il suo pensiero in merito?
R.- Non c'è dubbio. È un movimento culturale generalizzato. Un tale movimento culturale era presente già negli anni ‘60 solo che era un feno-meno di élite, mentre ora è sicuramente di massa e come tale molto più evidente e percepibile.
La popolarizzazione dello yoga, la diffusione della pratica meditativa, la spinta del buddismo, i frammenti di Taoismo, sono certamente segnali presenti e diffusi nell'attuale società.
Esiste una sorta di "viaggio verso l'Oriente". Già negli anni '50-'60 si assisteva a molti pellegrinaggi in India, che oggi si sono certamente ancora più ampliati, divenendo più visibili e manifestando in modo più evidente questa predisposizione verso il mondo mistico orientale. La popolarizza-zione di questo movimento culturale è ravvisabile nel cosiddetto fenomeno del New Age e, a differenza del passato, ha connotati di maggiore sincreti-smo.
Naturalmente esistono grosse differenze fra il mondo culturale indiano e quello giapponese, per cui non si può considerare in modo pari-tetico l'orientamento verso quei Paesi e quelle culture o quei filoni mistici. Un fatto certo è dato dal progressivo declino del Cristianesimo teologico, dovuto alla rigidità strutturale di questo modello religioso, che non corri-sponde più alle culture evolute dei nostri tempi, più portate a partecipare ad un processo di evoluzione spirituale che a subire dogmi e vincoli.
Il movimento culturale spiritualista è in ascesa perché più forte, o è piuttosto la debolezza del Cristianesimo teologico che lo rende forte, in virtù della propria debolezza? La radice più pragmatica del modello "orientale" convince di più, si rivela più interessante e coerente rispetto alla specula-zione teorica tradizionale dell'occidente. In realtà l'approccio alla filosofia orientale è poi più apparente che reale, non c'è un abbandono del mondo, un ritiro; c'è piuttosto un uso di tecniche utili e pratiche. Così il Direttore Generale di una grande azienda, medita, fa zen, segue la New Age, ma rimane al suo posto con la sua barca e con i suoi accessori sociali moderni e materiali.
D.- Lei pensa che siamo di fronte a un vero movimento nascente, che potrà cambiare la società, un po’ come la "terza ondata" di Toffler?
R.- Parlerei piuttosto di incubazione. Non siamo di fronte ad un cambiamento. Ha poco spessore. Non è solo una moda. Non si assiste a vere scuole di pensiero, nemmeno nel senso della formazione. Cosa sboc-cerà? Forse qualcosa di più originale, ma per ora mi sembra ancora in una fase di incubazione.
Nel '60 una forte influenza orientale si evidenziò nei padri spirituali dei cosiddetti "figli dei fiori". Gli hippy furono un movimento, avevano l'aspetto da asceti, formavano comunità, svolgevano letture, canti, si ritiravano dal mondo, rinunciavano ai consumi e ai valori correnti, muovendosi su qual-che cosa di nuovo, di diverso, di rivoluzionario. Oggi l'intensità è molto minore, è vero che c'è più massa critica, che ne rende evidente la diffu-sione, tuttavia non sembra possedere quei caratteri tipici del vero movi-mento. Può essere un preludio ad una società diversa, ma appare più come un movimento culturale, in quanto non mette in gioco il Sé, la persona è coinvolta solo in parte, ha poco spessore culturale.
D.- Sul piano dei valori non le sembra che il movimento spiritualista proponga cambiamenti di stile, di approccio, di vita?
R.- Certo, questo movimento, che definisco culturale, per differen-ziarlo dal movimento nascente, rivoluzionario, apportatore di un nuovo modo di essere, che rende insopportabile l'attuale, si basa su un approccio pacifico-altruista, propone una vita di fratellanza, che era già presente nelle Religioni. Ad esempio il pietismo del '700-'800, le confessioni cristiane. Molti percorsi religiosi praticano questi valori.
D.- Il movimento spiritualista trascina con sé esperienze, vissuti, situazioni, che non vengono accettate dalla Scienza, Lei che cosa pensa in proposito?
R.- In realtà nel mondo scientifico c'è oggi una maggiore accettazione dei propri limiti, paragonabili alle frontiere del linguaggio, la necessità di definire semanticamente ciò che viene osservato per descriverlo. Lo scien-ziato tende ad accettare dalla Religione aspetti inspiegabili sul piano stret-tamente scientifico. La Scienza di per sé non ha Bene o Male : la medicina è anche veleno, il nucleare ha effetti che dipendono dall'uso che se ne fa, ma la Scienza descrive, realizza, spiega, non fa per il Bene o per il Male. Entra pertanto in gioco tutta un'altra parte dell'esistenza, dove la Religione ha un suo ruolo ed è più accettata di quanto non appaia, con tutte le sue possibilità di orientamento. La spiritualità è connessa con un rapporto personale che coinvolge lo Scienziato come individuo, è un rapporto inef-fabile, non comunicabile con il linguaggio scientifico. C'è una frattura quasi cartesiana tra Scienza e Religione, insanabile.
D.- Lei personalmente che cosa pensa della dimensione paranor-male che sembra collegata a molte tecniche e pratiche insite nella filosofia orientale e negli studi sulle ricerche psichiche?
R.- Personalmente sono stupito di fronte a esperienze, vissuti, sensazioni, racconti, che si pongono al di là dell'approccio scientifico. Certo la Scienza dominante ha un suo linguaggio che chiude a eventi che non sono descrivibili dal suo proprio linguaggio. La Parapsicologia mi sembra un campo di indagine che perviene alla filosofia, alla religione, non trova sbocchi sul piano scientifico, è cosa diversa. La Scienza è un costrutto, è un pezzo dell'esperienza umana. L'universo dei significati trascende gli orizzonti della scienza, l'ombra della scienza che sta al di là non viene colta, osservata, descritta, è altra cosa.
Esiste un primo universo, scientifico, che è chiuso, coerente in sé stesso. Esistono altri universi, aperti, in cui i valori, i significati si evolvono. Contano di più i fini, i valori, in questo universo secondo, che non ha rapporti concettuali con il primo. La riflessione sui fini è altra cosa rispetto alla Scienza. La filosofia, la religione, l'arte, esprimono concetti esistenziali che sono più vicini alle espressioni tipicamente ricorrenti nei movimenti culturali, come quello spiritualista, che appare ancora in incubazione e senza lo spessore del movimento nascente.
D.- Lei ha avuto contatti o esperienze dirette col mondo paranor-male? Ha potuto formarsi un'idea precisa sulle qualità extrasensoriali?
R.- Personalmente no. Sono come un daltonico. Non ho la sensibilità giusta per cogliere questo mondo. Mia moglie al contrario, si. Lei ha avuto esperienze paranormali. Ha avuto contatti con sensitività ulteriori. Il mondo parapsicologico appare perfettamente reale a chi, come lei, lo vive, lo sente, lo avverte a livello di sensazioni personali. Io sono sensibile sul piano della filosofia e della religione, molto meno sul piano parapsicologico o scientifico in senso stretto. Ho conosciuto persone che hanno mostrato chiaroveggenze e precognizioni, constatando l'effettività delle dichiarazioni. Comunque questo campo di esperienze è al di fuori delle conoscenze scientifiche e rimarrà sempre fuori.
La scienza costruisce un grattacielo ed è cosciente solo di quello (non scorge il lago fuori, non lo considera, per lei non esiste), svolge il suo "grande gioco".
Effettivamente, pur essendo personalmente ottuso verso il mondo paranormale, ho potuto rilevare l'esistenza di persone che sanno pensare e dire ciò che altri stanno pensando. Non è un campo che ho approfondito, non ho la sensibilità giusta. Ho conosciuto persone che hanno tale sensibi-lità.
D.- Una conclusione sull'Amore in rapporto al movimento spiritualista, che sembra professarlo ed esserne pervaso? Ha qualche collegamento con la simpatia-empatia che sembra favorire l'estrinsecazione dei fenomeni paranormali?
R.- L'Amore nascente proietta l'uomo nella dimensione mistica. La scienza "salta" e si superano i limiti dei confini scientifici, dove tutto è possi-bile.
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