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Recensione Ian Mcewan

Ian Mcewan

Intervista

Domanda 1
Lei scrive sia romanzi sia sceneggiature. Quali cambiamenti avvengono, nell'atto della scrittura, per uno scrittore quando scrive per media diversi?
Risposta
In un primo momento non ci sono cambiamenti, perché quando si scrive una sceneggiatura si deve stare soli nella propria stanza e scrivere quello che potrebbe essere un piccolo romanzo. Il cambiamento vero e proprio viene dopo, con la totale perdita del controllo; un romanziere è abituato ad avere un controllo completo sul proprio mondo, si prende per Dio. Quando si passa alla scrittura per film, si viene declassati di dieci ranghi per diventare uno degli angeli minori. Ovviamente, nel film, bisogna collaborare, e le frustrazioni che derivano da tale lavoro collaborativo sono numerose per lo scrittore, poiché egli diventa, principalmente, un mezzo del regista. In questo scenario è assai difficile realizzare quello che si è visto quando si stava seduti da soli, ed è per questo motivo che il mio rapporto con il film è stato piuttosto difficile e stancante. Se si vuole prendere il film sul serio, lo si deve dirigere. Non c'è da esitare: si scrive la propria sceneggiatura e la si dirige. Ci ho riflettuto spesso su questa opportunità di lavoro creativo, ma la direzione di un film minaccerebbe la mia scrittura, per questo motivo non me ne sono mai occupato veramente.

Domanda 2
Nello scrivere una sceneggiatura il suo stile rimane invariato?

Risposta
Questa presunta differenza di stili nello scrivere romanzi o sceneggiature, spesso, viene troppo enfatizzata. Alla fine, tutto si risolve nella stesura. In realtà, una sceneggiatura è composta da ventimila parole, e nella struttura rassomiglia molto ad una novella. Nel tipo di cinema narrativo nel quale sono stato coinvolto, i personaggi devono essere stabiliti molto rapidamente, la trama deve muoversi con economia, le risoluzioni devono essere previste con velocità. Ci vogliono molte relazioni per una scrittura da racconto.

Domanda 3
Lei utilizza il computer per scrivere? E, a Suo avviso, scrivere per mezzo di un computer cambia la creatività di uno scrittore?

Risposta
Uso un computer dal 1985. Penso che il word processing sia stato un dono straordinario per gli scrittori creativi, poiché permette un certo grado di provvisorietà; c'è così tanto da provare e sperimentare senza doversi impegnare con le parole scritte! Le scene che sono rimaste nel computer e che non sono mai state stampate conservano un poco la qualità di un accenno; mi piace la possibilità di tagliare e incollare; scrivere con un computer è molto più vicino alla scrittura a mano che alla scrittura con la macchina da scrivere. La macchina da scrivere ha sempre qualcosa di più meccanico; viceversa, il word processor ha una forma eterea con la quale lavoro molto bene. Io, per lavorare, utilizzo una combinazione di scrittura, a mano e con il PC. Adesso Lei mi trova in un momento difficile nella mia relazione con il computer perché ho finalmente deciso di lasciare Apple per un PC standard. La settimana scorsa ho preso in consegna un nuovo computer dieci volte più rapido del mio vecchio Apple, con sette Giga byte di memoria; il mio vecchio Apple aveva solo quaranta Mega byte. Anche se questa macchina è molto sofisticata e molto veloce, i primi due giorni pensavo di buttarla dalla finestra, perché quello che amavo della mia vecchia macchina era la semplicità. Da quando ho comprato il mio primo computer, le macchine sono diventate molto complesse, così come il software; e, devo dire, a prima vista, se Lei chiede il mio parere, Windows'95 credo sia una pessima imitazione di quello che Apple produceva per i suoi utenti. Ma mi ci abituerò.

Domanda 4
Nel Suo libro "Il giardino di cemento", Lei parla di un gruppo di giovani che convivono in isolamento. Non pensa che ciò possa rappresentare la società dell'informazione nella quale tutti utilizzano i computer e si isolano dalla realtà? Risposta
Ritengo che proprio questo tipo di isolamento limiterà l'impatto dei computer, perché non penso che la gente lo tollererà; la gente lascerà sempre il proprio computer e andrà a incontrare gli amici al bar. Penso che i valori universali e duraturi quali l'amicizia, l'amore ed il discorrere ci faranno rendere conto che i computer sono solo qualcosa in più; le nuove tecnologie non sono veramente le sostanze del cambiamento. Penso che sia stato fatto troppo clamore sulle superstrade dell'informazione da dieci anni a questa parte, è assurdo! Tutte queste voci sono state messe in giro per un utilizzo abbastanza ridicolo nelle scuole, perché non credo che il computer sia un grande strumento didattico, il PC non rimpiazzerà l'interazione tra un professore e gli studenti all'interno della scuola. Ritengo che il mondo dei CD ROM dedicati alle enciclopedie e all'insegnamento interattivo si sia rivelato molto più limitato di quanto non fosse previsto, incoraggia un certo grado di passività nei bambini. Ci sono anche altri problemi: ad esempio, in Inghilterra ed in Gran Bretagna, recentemente, Tony Blair ha partecipato ad un convegno in Downing Street con Bill Gates, e questo convegno è stato molto ben pubblicizzato; la British Telecom ha acconsentito al cablaggio di tutte le scuole per la connessione ad Internet, ci saranno computer in ogni scuola. Il problema che già si pone è che tra tre anni questi computer diventeranno obsoleti. Molti dubbi sono già stati sollevati sulla loro utilità nelle aule e su fondi erroneamente utilizzati per simili iniziative; forse, questi fondi sarebbe meglio spenderli per i professori: il più grande computer è quello biologico che portiamo sulle spalle. Può non essere così veloce da elaborare informazioni in due quinti di secondo invece di un minuto o di un secondo, ma ciò nonostante ha avuto quattro miliardi di anni per evolversi e ha ancora tanta strada da fare. Penso che non si debba perdere il contatto con il lato umano e con l'interazione, poiché solo l'interazione tra persone rende veramente interessante l'apprendimento. Siamo sull'orlo di tanti grossi errori: il computer è grandioso, ma deve rimanere al suo posto.

Domanda 5
In uno dei suoi libri Lei racconta la storia di due persone che si incontrano in un bar; una di loro manda un messaggio all'altra e finiscono per innamorarsi. Non pensa che ciò abbia qualcosa in comune con il processo di innamoramento attraverso Internet?

Risposta
Una volta ho incontrato una donna che aveva una relazione con un uomo attraverso il Minitel, si innamorarono senza incontrarsi, e durò una settimana. Usavano inviarsi quei tipici messaggi molto sexy. Poi, un giorno, lui decise di incontrarla. Lei viveva nel sud della Francia e lui a Parigi. La sera dell'incontro lei mi chiese di cenare insieme a loro. Lei lo ha subito odiato e pensava che lui non era altro che un mostro. A me sembrava gentile, per la verità. Ma stavano andando già verso il disastro.

Questo solo per mostrare che non si possono intrecciare relazioni in questo modo. Trovo, in genere, queste home page e questi messaggi su Internet senza senso. Non ho ancora trovato niente di utile su Internet; ho sprecato un po' di tempo annaspandovi dentro e non ho mai incontrato nessuno che abbia imparato veramente qualcosa da Internet.

Domanda 6
Non è interessato a trovare informazioni su Internet?

Risposta
E' così lento! E le cose non vanno mai come si vorrebbe. Ci vuole molto tempo per scaricare le informazioni. Comprai perfino un libro alla libreria Amazon di Seattle, ma non mi è mai arrivato. Gli telefonai per sapere del mio libro e mi risposero che era stato inviato tramite posta, nonostante gli mandai 35$ per averlo nella giornata; ma l'errore è umano e questo è rassicurante.

Domanda 7
Cosa pensa degli ipertesti?

Risposta
Penso che un pezzo di scrittura collaborativa per un racconto non avrà mai individualità. E' un gioco divertente. Un gioco di società e niente più. Uno scrittore deve scrivere da solo; affinché un testo risulti di qualche peculiarità, deve essere il risultato di una persona seduta in solitudine, altrimenti, avremmo avuto già grandi opere. Non c'è bisogno di Internet per collaborare. Lo potremmo fare via telefono o fax, ma non succede, e non è mai accaduto. Non è il modo in cui funziona l'immaginazione.

Domanda 8
Pensa che in venti o trenta anni si verificherà una rivoluzione nella struttura del libro per quanto riguarda la scrittura?

Risposta
Ritengo che nulla muterà. Noi vogliamo ancora le nostre storie, i nostri miti e devono essere scritti al meglio da chi ha il dono della scrittura. Quello che muterà sarà la facilità di accesso e la velocità con la quale si potrà comprare un libro attraverso la posta elettronica. Ho inserito il primo capitolo del mio ultimo romanzo, L'amore fatale, nel mio sito Web. Sarei molto interessato a verificare quante persone lo visiteranno, anche se lo considero un fatto relativo. Il fatto essenziale rimane quello di essere creativo; se si arrivasse al libro elettronico, il traguardo sarebbe meraviglioso, si potrebbe prelevare qualsiasi libro. Questo riguarderebbe, comunque, solo l'accesso al libro, la relazione rimane tra occhio, cervello e parole sullo schermo o sulla pagina. E' questa la qualità permanente e universale della lettura.

Domanda 9
Cosa pensa dell'erotismo tramite Internet?

Risposta
o sterile, molto triste e inutile. Mi riempie di desolazione questo fenomeno. Non è erotismo, è auto-erotismo ed è senza sangue. Sono sicuro che avrà un grande futuro.

Domanda 10
Cosa pensa della censura? Lei è d'accordo con le persone che ritengono che Internet non debba essere un media libero?

Risposta
E' molto difficile dare un giudizio a proposito della questione della censura. Il mio istinto mi dice che Internet dovrebbe essere un media libero, anche se ho letto di alcuni terribili siti di pornografia infantile. Penso che rappresentino e sfruttino il volto oscuro della natura umana. Sono abbastanza dibattuto in proposito.

Se da un lato un certo tipo di controllo è auspicabile dall'altro è tragico pensare ad una limitazione della libertà.

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