Se ci si lega per tutta la vita a una sola persona, si potranno ancora gustare le pi intense gioie dell'amore? Il vero amore non forse per definizione "extraconiugale"? Queste domande, che potremmo attribuire a un libertino impertinente o a una lettrice di romanzi rosa, esprimono una perplessit originariamente cristiana. A vedere nell'amore matrimoniale un ripiego che sarebbe preferibile evitare infatti non solo chi si abbandona ai piaceri di Venere nella promiscuit sessuale, ma anche chi si dedica esclusivamente a Dio nel celibato e nella verginit. Nella convinzione che l'amore casto per Dio sia la forma pi elevata di amore, il primo teologo del cristianesimo, Paolo di Tarso, raccomanda non a caso di "non sposarsi", rivelando le insospettabili radici cristiane della concezione romantica del matrimonio inteso come "tomba dell'amore". Si spiega cos come mai la tradizione cristiana abbia sempre considerato l'eros una forma doppiamente "pericolosa" di amore, che minaccia non solo la castit abbracciata da celibi e vergini, ma anche la fedelt richiesta agli sposi. Proponendo un ripensamento di questo assunto, l'Autore restituisce all'amore umano la centralit che tutti spontaneamente gli riconosciamo, liberando la sua componente erotica da quell'evidente svalutazione che, nella storia della Chiesa, ha indotto a presentare la decisione di rinunciarvi come pi meritoria di quella di sposarsi. |