 Fernand Lger (1881-1955), pittore la cui opera presuppone il cubismo ma non ne interpreta disciplinatamente le intenzioni, ha saputo tradurre in un'iconografia aderente lo spirito del modernismo novecentesco e delle sue espressioni metropolitane. Ai temi del modernismo ha infatti dedicato, oltre a tante opere inconfondibili, numerosi e importanti scritti che qui vengono ampiamente raccolti. Lger non un teorico, ma un artista "militante", fautore di un "realismo" non estraneo, inizialmente, al purismo di Ozenfant e di Le Corbusier. La sua prosa rude e immediata, cos com' "realistica" e oggettiva la sua pittura; sebbene si confronti frequentemente con l'astrazione, la scrittura lgeriana esprime efficacemente l'adesione convinta ai grandi temi della "civilt delle macchine". Quella che Lger persegue un'arte popolare, immediata, attenta al movimento, allo spettacolo della vita. Entro un arco di tempo che va dal 1913 al 1955 le pagine del maestro francese dichiarano la volont di superare i condizionamenti del "soggetto" nel nome di una pittura impersonale e nitida, squillante, fortemente capace di comunicare e, oggi, di rievocare una stagione irripetibile dell'arte europea. (Gianni Contessi) |