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Appunti di cucina marinella e carrarina (I mangiari)


Chiara Gatti Libri


Le loro abitazioni all'inizio non erano altro che capanne, solo dopo il 1750 sono state costruite le prime case in muratura i cibi erano piuttosto rustici ma gustosi: taglierini nei fagioli, lasagne bianche e verdi, stringoni e tagliatelle tutta pasta fatta a mano con la farina del mulino d'Avenza, e poi fagioli, lumache, anguille, pesci, uova, carni del pollaio. Per la festivit del Natale il men si arricchiva di leccornie come i tordelli al sugo, zuppa di fagiolini dall'occhio, frittelle di riso o castagne, focacce dolci e frutta secca. Per l'Epifania i ragazzi si travestivano e, con pentole e coperchi, andavano di casa in casa cantando e ricevendo in regalo fagioli secchi, farina dolce, frutta secca od altra cosa, spesso quel che si riceveva veniva fatto durare fino alla Pasqua. Un'altra occasione per ottenere dolci e quant'altro di simile, era quella in cui una giovane coppia si sposava. La prima notte di nozze ragazzi e bambini si riunivano sotto le loro finestre attaccando un concerto con pentole, coperchi e mestoli! Tale fracasso prendeva il nome di "stamburlata" e continuava finch i due malcapitati non lanciavano dalla finestra biscotti, caramelle o donavano pezzi di torta o castagnaccio, solo allora ognuno faceva ritorno alla propria casa. Il 19 marzo festa di S. Giuseppe, patrono di Marina, le donne preparavano la torta di riso cuocendola nei loro forni a legna; ma quando la teglia era troppo grande era portata al forno del panettiere che cuoceva le torte un po' per tutta Marina; subito dopo si andava alla fiera del paese! A Pasqua si mangiavano le lasagne verdi impastate con farina, bietola o borragine, le verdure fresche dell'orto e si preparava il canestrello con uvetta e canditi acquistati a Carrara, nelle prime botteghe aperte dagli Svizzeri. E' attraverso questi aneddoti o meglio storie di vita e usanze raccontate da mia nonna Margh, diminutivo di Margherita, che ho avuto l'idea di intraprendere questo breve viaggio nella memoria, memoria di cucina!
 
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