"Iste est Mediterraneus". Da quando, intorno al 630 dopo Cristo, Isidoro, vescovo di Siviglia, d questo nome al mare che "con le sue acque si stende in mezzo alle terre fino a Oriente, separando l'Europa, l'Africa e l'Asia" non nasce, propriamente, la storia di uno spazio la cui vicenda si misura - come tutti sappiamo - sulla cadenza di sequenze millenarie, sulle lunghe durate di cui Fernand Braudel stato maestro insuperabile. Con il nome - come spesso accade - prende tuttavia corpo una identit storica distinta da quelle dei soggetti che circondano quello spazio, distinta, soprattutto (anche se con esse strettamente e inevitabilmente intrecciata) dalla identit delle due formazioni storiche che quasi nello stesso tempo si formano intorno ad esso: l'Europa e l'Islam. Segnata con nettezza dallo spartiacque simbolico della conquista ottomana di Costantinopoli alla met del XV secolo, la storia del Mediterraneo nell'et moderna e contemporanea proprio in virt di questa sua autonoma identit storica non si esaurisce, tuttavia, n allora n nei secoli successivi in un puro confronto tra i due attori - l'Europa e l'Islam, appunto - che sembrano campeggiare in questo spazio. Le vicende concrete ci parlano, piuttosto, di realt molteplici che si muovono dentro questi blocchi, li erodono e finiscono col restituire ad essi un senso storico e non ideologico; cos come esse ci parlano di un rapporto mai interrotto, anzi continuamente in divenire tra il Mediterraneo e il sistema-mondo, che moltiplica esperienze e problemi fuori di ogni semplificazione. Pensato per un pubblico che alla storia chiede opportunit di formazione e di orientamento al di l degli schematismi della cronaca quotidiana, un pubblico che - si potrebbe dire - desidera fornire di spessore la mono-dimensione dell'attualit, questo libro cerca di ricostruire, nell'arco di oltre cinque secoli, le vicende di un Mediterraneo molteplice: nei tempi che sovrappongono volta a volta lunghe e brevi, brevissime durate, negli spazi dagli scenari costantemente mutevoli, negli attori che appaiono e scompaiono, dominano e tramontano. Questo il Mediterraneo, potremmo, dunque, ripetere con Isidoro di Siviglia: luogo dove gli uomini sono abituati a vivere vite collettive e a incontrarsi e a scontrarsi, a perdersi e a ritrovarsi, stratificandosi e ricomponendosi seguendo ritmi che alternano, spesso con superficiale inconsapevolezza, i toni sereni della comprensione e quelli cupi della intolleranza. Questa nuova edizione offre nei suoi ultimi capitoli, aggiornati fino alle vicende pi recenti, una drammatica e problematica conferma dell'alternanza, non sempre controllabile, di questi ritmi. |