Casa nostra spesso era piena di letterati e artisti eminenti raccontano i figli di Shirley Jackson. Si tenevano feste leggendarie e partite a poker con pittori, scultori, musicisti, compositori, poeti, insegnanti e scrittori di ogni genere. Ma il suono della sua macchina da scrivere non mancava mai, la sentivamo battere sui tasti fino a notte fonda. E da quell'ostinato ticchettio della Royal di mamma Shirley usciva a getto continuo una produzione che ha pochi paragoni: celebri romanzi dell'orrore come "L'incubo di Hill House" e clamorose perle nere come "La lotteria", certo, ma anche una mole imponente di racconti destinati a rimanere a lungo sconosciuti - e che solo trent'anni dopo la morte della Jackson verranno alla luce, con un coup de thtre degno di una delle sue storie: alcuni estratti da uno scatolone ritrovato in un fienile del Vermont e spedito senza preavviso alla famiglia, e altri, moltissimi altri, scoperti alla Library of Congress di Washington e alla San Francisco Public Library. Racconti di cui questo libro offre una ricca scelta, dove il lettore trover non solo il thriller nero e la fiaba gotica di cui la Jackson riconosciuta maestra, ma anche commedie surreali, sketch stranianti, comici quadri familiari, esplorazioni della psiche, con fulminanti incursioni nei territori di confine tra normalit e follia. E sempre sar felice, il lettore, di lasciarsi inghiottire dagli ingranaggi di una macchina narrativa di diabolica perfezione. |