Le rive del lago di Como sono punteggiate di paesi e paesini accomodati ai piedi delle montagne dove non succede granch. Tranne a Bellano. Nell'ultimo anno e mezzo circa, il Federale del fascio ha dovuto sostituire gi due segretari della sezione locale del partito. Il primo a saltare stato Bortolo Piazzacampo, detto Tartina, per una vicenda legata alle bizzarrie di un toro chiamato Benito in cui il Tartina si distinto per insipienza. Il secondo stato Aurelio Trovatore, che ha deciso di accasarsi in quel di Castellanza preferendo l'amore al destino fatale della patria fascista. Ora ha nominato tale Caio Scafandro, un pezzo d'uomo che usa le mani larghe come badili per far intendere le proprie ragioni. Avr la forza d'animo, visto che quella fisica non difetta, per mantenere l'incarico? Perch nel passato dello Scafandro qualche fantasma c'. E pi di uno lo sa. Basterebbe una parolina sussurrata all'orecchio del Federale e anche il terzo segretario del fascio di Bellano farebbe la fine dei precedenti. Per questo, lo Scafandro ha preso le sue contromisure senza preoccuparsi di sconfinare in quel territorio dell'illegalit presidiato dalle forze dell'ordine. E l appunto si trova il maresciallo Ernesto Maccad. Fresco padre di Rocco, il suo primogenito, la mattina del 20 novembre 1929 il maresciallo scampa per un pelo a una disgrazia per via di un oggetto metallico scaraventato gi in contrada da un potenziale assassino. E chi sar mai quell'imbecille? "Nessuno scrive al Federale" riporta in scena il maresciallo Ernesto Maccad. Nel paese in cui stato inviato insieme alla sua Maristella come fossero due marziani, ora si sente sempre pi a casa, soprattutto con l'arrivo del primo figlio. Ma Bellano, visto da cos vicino, tutt'altro che un luogo tranquillo. E non facile scacciare il pensiero che vi regni una certa follia. |