Chissą che non siano le stesse ordalie dell'autore, quelle di un disperato che barricato dentro una cabina telefonica cerca qualcuno a caso a cui poter raccontare una storia, la sua, fatta di una moglie stanca di topi, pappa d'avena e appartamenti fatiscenti. James Purdy del resto ha faticato a incontrare il gusto del grande pubblico e il suo seguito č sempre stato costituito da un manipolo di devoti ben nascosti. Fuori da tutti i giri e alieno alle mode letterarie, come scrive Giordano Tedoldi nella postfazione a questo libro, Purdy non ha fatto parte nemmeno di una controcultura; piuttosto č sempre e" stato contro la cultura stessa. I racconti contenuti in "A casa quando č buio" sembrano confermare questa sua tensione verso un'aporia finale, una continua evocazione di spettri e assenze attraverso la parola e il simbolo. La scrittura di Purdy č cava, i suoi sono sempre incontri mancati e su di essi aleggia incombente un senso di minaccia. Dialoghi platonici irti di "non sequitur" che indagano il baratro, il cuore oscuro dell'uomo, la sua vulnerabilitą, e i desideri che si agitano sotto maniere e abiti inappuntabili. Non sappiamo se sia Mr Diehl, oscenamente bagnato come un tritone, a impartire una lezione alla povera Polly, ma leggendo la storia di questo alterco a bordo piscina la nostra quiete č incrinata. Quando due amici discettano a pranzo di un collega culturista il realismo borghese č solo apparente e il quotidiano sconfina nell'onirico. Un attraversamento che diventa definitivo nell'ultima storia di questa raccolta, un sermone all'umanitą firmato da Lui in persona. |