Che cos? Sydney? E? una nottata di commedie e di poesie ad en more, un gita tra un pub ed un altro nelle spiagge del Nord, una visita al Mac Donald dopo aver ballato tutta la notte in uno dei locali in voga del Centro. E? anche una surfata alle 6 del mattino, mentre i primi raggi del sole fanno capolino all'orizzonte, un brunch fatto di colori e sapori arricchito da innumerevoli caff e qualche sfacciato bicchiere di Champagne, una mattinata trascorsa ad acquistare frutta e verdure al mercato locale, ascoltando live music e mangiando un muffin appena sfornato. Sydney anche una classe di meditazione e yoga dopo il lavoro, una corsa notturna, un secondo bicchiere di birra con di vi so dopo il lavoro, un parco per bimbi gremito di mamme e risate. Questa la Sydney che conosco, la Sydney che mutata con me nell? ultimo ventennio, una silenziosa maga in costante rinnovamento ed evoluzione, un luogo dove culture differenti si incrociano e convivono in apparente armonia, un luogo dove gli spaghetti incontrano i dumpling e ne risaltano il sapore. Al contempo, Sydney corre veloce, in cose espansione, ricca di polvere nell?aria, sempre pronta a chiedere ed a spremere le persone che vogliono rimanere al passo coi tempi; una citt dove i locali chiudono presto, l'alcol scorre veloce, ed il tasso di suicidio rimane inesorabilmente alto, dietro le mura di bellezza e freschezza che accolgono il visitatore entusiasta. E? una citt che ospita e marginalizza al contempo. E? una citt ricca di dicotomie, opportunit e speranze. Un luogo dove i capelli biondi baciati dal sole incontrano occhi a mandorla e pelli scure, dove le religioni si mescolano, i sapori delle tradizioni scompaiono per lasciare vita al nuovo, dove la tecnologia regna sovrana, tanto quanto i sorrisi ed un saluto tra estranei. Claudia Vidor |