Adolfo Albertazzi scrisse e pubblic per trenta anni novelle e romanzi che gli valsero un'estesa notoriet e una viva simpatia. Semplice e probo nella vita e nel lavoro, egli divise il suo tempo fra le cure dell'insegnamento, a cui rimase sempre fedele, e la solitudine della sua villetta di Castel San Pietro, dove, sorridente e gentile alle cose semplici e buone della terra, cerc e trov la sua ispirazione al lavoro indefesso. Un suo giovine estimatore, che scrisse della sua vita e delle sue abitudini, narra che il buon Albertazzi si alzava al massimo alle sei e si metteva al lavoro. Pensava e scriveva. Scriveva poco e a spizzico, col buon sistema manzoniano del pensarci su. Cominciava quasi sempre i suoi libri.... dalla conclusione, invece che dal principio, perch gli piaceva di fissar bene il punto d'arrivo e di camminarvi poi diritto e sicuro. Am il Carducci vivo e ne adorava, morto, la memoria. Dei ricordi di lui il pi amoroso e diligente raccoglitore. Adolfo Albertazzi deve esser considerato come uno dei pi seri ed onesti scrittori italiani; egli fu fra i pochissimi che si appagarono della gioia di creare, lontani da ogni fiera di vanit, sorridendo alle mode che passavano e fermi al loro verecondo ideale d'arte che non morir mai. Mor a Bologna, 10 maggio 1924. (da Wikipedia) |