Al centro la solitudine dell'anziano Sirio Laiton, che non rassegnato alla perdita della moglie, indossa la sua veste per sentirla pi vicina e alla fine riesce, con l'aiuto dei nipoti, a realizzare un suo vecchio sogno: tornare e partecipare al Carnevale di Venezia, giacch in quella citt aveva fatto da giovane il matrimonio di sangue. L'elemento grottesco iniziale si unisce alla sarabanda di colori, di suoni, di felliniana memoria, di maschere tradizionali e non che riportano al passato: due elementi di novit che danno vita e suggestione alla trama del romanzo. Tra tanto tripudio, l'Autore ama tracciare un confronto fra il Salotto "buono" di Bolzano (di cui Sirio nativo), dove si svolgono varie manifestazioni e quello incomparabilmente pi festoso di Piazza San Marco. Il romanzo, partendo da un fatto individuale, diventa corale e tale da coinvolgere con vivo piacere l'attenzione del lettore. Franco Latino, portato alla narrazione e forse ancor di pi alla rappresentazione scenica d in queste pagine il meglio della sua ispirazione creativa. Silvano Demarchi ... dream, romanzo, testo teatrale di Latino. Rara capacit rabdomantica, ma al tempo stesso "inquisition" , "inquiry", anzi meglio sulla memoria e sul suo farsi. ... "La parola ai lettori, non senza aver segnalato, per che in "Matrimonio di sangue" si propone il ruolo creatore degli artisti, del poiin sempre e comunque, della salvifica (e talora terribile) compagnia dei creativi, della filiera di creatori-creativi. Non diremmo neppure pi l'identificazione romantica arte = vita, ma l'arte che sopravviene nella/sulla vita. Un concetto che peraltro mutuato, ma virato nel segno e nel senso, da John Dewey". Eugen Galasso |