Per gustare questo secondo libro della trilogia di fantascienza 'I Vangeli Perduti', non si deve per forza aver letto il primo libro, il Vangelo di Maria, un apocrifo. Basta conoscere, anche sommariamente la storia della fine dell'impero romano d'Occidente; basta sapere che, in quell'apocrifo, Maria di Magdala condannava la violenza, le guerre, la riduzione in povertà, l'assoggettamento, lo sfruttamento, la demonizzazione della carne e della donna, la paura del sesso. Questo romanzo di fantapolitica storica segue e descrive una ucronia dove, in un multiverso, si divarica la storia che conosciamo; nel 453, Attila (anzi, il nome non storpiato era Eitel) non fa ai romani il piacere di morire. E neanche Aezio. Non è però un'utopia perché l'originale assetto politico e sociale, ingegnoso e privo di scrupoli, rende solo un altro impero possibile e impedisce (solo?) la caduta di quello romano d'occidente. La storia non viene però proposta come ideale ed esemplare, perché qui il modello, come nel vangelo di Maria, resta la pace. Illustrazioni di Yildirim Örer |