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La poltrona del re (I gialli Agemina)


Fabrizio Rinaldini Libri


Un giallo che trae origine dalla guerra civile del '44, combattuta nel contado fiorentino con piena vittoria dei partigiani, tra i quali trova posto anche qualche evaso dal carcere di Santa Teresa di Firenze. Un antefatto che ha i colori della storia, ma che si sviluppa negli anni '50. Delitti ben mascherati e classificati come suicidi non convincono i due protagonisti che con tenacia e testardaggine cercano l'assassino o gli assassini...
 
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Un giallo fra ieri e oggi
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In epoca giovanile il genere giallo mi ha appassionato molto e mi ha portato a conoscere autori famosi come Agatha Christie, Georges Simenon, Arthur Conan Doyle e Ed McBain, tanto per citarne alcuni che mi vengono in mente. Poi, nellet intermedia, ho privilegiato altre letture e pi recentemente, ma in misura sporadica, mi sono deliziato con i commissari Montalbano, di Andrea Camilleri, e Ricciardi, di Maurizio de Giovanni. Quello che mi piace in questo genere la struttura, con limmancabile omicidio, le indagini e infine la scoperta del colpevole per merito o di un investigatore privato o di un poliziotto.
La poltrona del re, pur nel paradigma classico del giallo, ha la caratteristica di non presentare un professionista dellindagine e in questo senso, come apre, chiude anche la storia, perch pressoch impossibile ipotizzare un seguito, ovviamente con una vicenda diversa, appunto perch il protagonista non un detective, bens un normale cittadino come noi che, tuttavia, seguendo un filo logico e alla portata di individui privi di esperienza perviene ugualmente alla soluzione.
Lautore toscano e pure lambientazione propria di questa bella regione italiana, in una piccola realt dove tutti, pi o meno, si conoscono tanto da sapere pregi e difetti, non solo del presente, ma anche del passato.
E gente normalissima, eppure l si celano un usuraio, uno stupratore e anche gli assassini.
E inutile raccontare la trama, perch si toglierebbe il piacere della lettura, ma mi preme dire che Rinaldini ha creato una serie di personaggi, del tutto credibili, che girano nella vicenda con una precisione rimarchevole, in una sorta di indissolubile catena che scorre bene oliata.
Cos troviamo un impiegato dai trascorsi giovanili nei movimenti eversivi di destra, amico di un ex partigiano comunista, la nipote di questultimo, un parroco che cerca solo di badare ai fatti suoi, un brigadiere dei carabinieri un po prevenuto e tracotante, una vicina di casa spiona e maldicente, un politico che aspira a diventare parlamentare, un giornalista che fantastica, ma nemmeno troppo, insomma un campionario di varie umanit che interagiscono e le cui vite scorrono spesso parallele, ma poi finiscono inevitabilmente con lincrociarsi.
E poi ci sono due strane morti, cio due suicidi che lasciano perplessi nella loro modalit di esecuzione, la scomparsa di un ragazzo avvenuta negli anni 50, lassassinio di una donna a colpi di arma da fuoco, le voci di un tesoro sottratto ai tedeschi dai partigiani.
I personaggi sono ben definiti, cos come lambientazione, e ci nonostante una scrittura scarna, essenziale, che non indulge a descrizioni particolareggiate, preferendo lasciare spazio allevolversi della vicenda che poco a poco avvince il lettore, obbligandolo di fatto a proseguire, pagina dopo pagina, per poter infine essere edotto di ci che accaduto, dei moventi dei delitti e soprattutto dei nomi dei loro autori, circostanza questa che, come in ogni giallo che si rispetti, avviene alla fine, sulla base di una logica stringente che porta a dire che effettivamenti i colpevoli non potevano essere che quelli.
La poltrona del re un buon romanzo, di facile e gradevole lettura, e pertanto lo consiglio caldamente.


Renzo.Montagnoli

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