Certamente non si conosciuta la vera gioia di vivere se non si vissuti nell'Ancien Rgime , come dichiara la nota formula di Talleyrand. E ci vale tanto pi se la douceur de vivre, cui alludeva il celebre cortigiano, la cerchiamo nel suo luogo naturale: l'alcova. L'alcova aristocratica beninteso, il tempio sfarzoso (come dato in una scena del nostro racconto), del piacere "senza domani", non il mesto talamo dei frettolosi e "amministrativi" amori borghesi dello "stupido" Ottocento.Galante, libertino, epicureo o "eudemoniste", come di volta in volta viene definito l'eros aristocratico settecentesco, esso magnificato (e a noi tramandato) nelle opere di Crebillon fils, di Laclos, e in ultimo ? nella sua forma pi cupa, ritualizzata, meccanica e "filosofica" ? dell'aristocratico de Sade. Questa letteratura "alto di gamma" accompagnata, nel secolo del materialismo erotico, da una pi bassa, pi popolare, frutto dei "bordels du Parnasse" come stato detto, ma che avr anch'essa i suoi capolavori erotico-filosofici (vedi Thrse philosophe). Non solo "letteratura del basso ventre", n solamente libri "che si leggono con una mano sola", ma deciso contributo alla conoscenza del cuore umano questa letteratura ci appare oggi, ed un netto avanzamento nello studio di quella "scienza individuale" che l'erotismo. E tutto ci avviene nel secolo seguente a quello, moraliste, che aveva iniziato lo scandaglio des passions et des moeurs degli individui, e che ne aveva proseguito le naturali indagini aggiungendo, nell'epoca sensista e dell'homme machine, allo studio dei moti del cuore quello... delle sue terminazioni nervose .Sia come sia, questo racconto nasce da una scommessa, pare effettivamente pronunciata dall'autore, di scrivere un racconto erotico senza descrizioni esplicite di scene erotiche, senza pornografia. Il racconto sembra quasi partire da una sfida, che ha tutta l'aria di costituire anch'essa una scommessa: quella della Madame de T... , intelligenza motrice della narrazione, autentica Valmont in gonnella, allorch decide di godere per una notte di un giovane "ingenuo" e di gabbare contemporaneamente 1) l'amante di lui, ossia la Contessa di***; 2) il proprio amante in carica; 3) il proprio marito; e 4) forse, anche se cio non sua iniziale intenzione, il giovane stesso (Damon, nome che appare nella prima edizione del 1777 e che sparisce in questa, del 1818, che offriamo in lettura). |