Questo romanzo è la terza parte di una quadrilogia composta da "Ritorno ad Itaca", "1 Killers di piazza XX settembre", "In carcere all'Ucciardone", "Mio figlio killer della mafia" il cui titolo complessivo è "La ballata del sindaco Andrea". Lo stupore è il sentimento dominante nell'animo del personaggio che avverte di essere incappato in un mondo a lui sconosciuto, l'universo carcerario, per responsabilità dell'arma dei carabinieri che ha avuto un ruolo dominante nelle indagini giudiziarie condotte con assoluta mala fede e della guardia di finanza che non è stata da meno nelle indagini da essa svolte. Il personaggio Andrea Colasanti è stato per 47 anni un uomo che ha militato nel partito comunista prima e nel partito democratico di sinistra poi. Un uomo politico che ha rivestito per lunghi anni la carica di sindaco e per 10 anni quella di deputato regionale, schierato nella lotta contro la mafia già all'età di 18 anni, per l'educazione ricevuta dal movimento contadino che lasciò sulle trazzere e nei feudi o sulle pubbliche vie, sindacalisti e braccianti per combattere la mafia, dall'insegnamento di Girolamo Licausi e dalla lezione dei quaderni del carcere di Gramsci, è arrestato con l'accusa di essere a capo di un gruppo politico-affaristico-mafioso. Per lui mai c'è stato esempio più eclatante del contrappasso dantesco! |