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Montelusa Albergo Trinacria 20/12/1929 0re 14 - Oddiodiodiodiodiodiodiodiodiodiodiodiodio Montelusa Albergo Trinacria 20/12/1929 Ore 17 - Coscoscoscoscoscoscoscoscoscos... Montelusa Albergo Trinacria 20/12/1929 Ore 19 - Ancoraancoraancoraancoraancoraancora... Sono frasi che non necessitano di ulteriori spiegazioni, quasi tipiche della miglior commedia allitaliana, ma Il nipote del Negus, di Andrea Camilleri, se pu avere la parvenza di una commedia fra lumoristico e il boccaccesco invece una satira spietata attraverso la messa in scena di una commedia sugli italiani. E quando sapre il sipario sul palcoscenico si stenta a notare la differenza fra attori e pubblico, i primi impegnati al massimo della loro capacit a tratteggiare un regime dietro la cui parvenza di grandezza i piccoli e i grandi protagonisti si muovono come marionette fra ipocrisie, timori e apparente fierezza, mentre gli altri, il pubblico in sala, sorride, ride, anche fragorosamente, non accorgendosi di trovarsi dinnanzi a uno specchio. Il periodo fascista descritto da Camilleri quello di unItalia dai roboanti proclami a cui si finge di credere affinch nulla possa turbare i propri traffici privati, spesso illeciti, nella totale assenza di senso per lo stato. La storia ambientata nel 1929, ma per come agiscono i personaggi, per come insomma gira la carrozza del paese, si ha limpressione di un qualche cosa di gi visto e che, purtroppo, sotto ai nostri occhi tutti i giorni, una lenta assuefazione tale da non accorgerci di questa perenne recita a soggetti, tutto uno sbandierare di apparenze, di deformazione della verit, una sorta di sogno infantile il cui risveglio potrebbe tramutarsi in incubo. Fra laltro Camilleri per raccontare si rifatto allesperienza de La concessione del telefono e cos tutto un fiorire di carteggi fra commissari di Pubblica Sicurezza, Questori, Federali, Podest, ministeri degli Interni e degli Esteri, intercalati da prime pagine di giornali che pi di tutti rivelano un totale asservimento a un regime in cui la notizia non il fatto come accaduto, ma come, secondo la illogicit di un sistema, viene offerto, anzi imposto, agli occhi di un lettore che ormai non pu pi discernere fra vero e falso. Non mancano anche siparietti colloquiali, inseriti nel momento giusto e tesi soprattutto a dimostrare che fra lufficialit dei comportamenti e la relativa sicurezza del privato tutto era completamente diverso, come se ciascuno potesse contare su una doppia, e distorta, personalit. Lautore siciliano parte cos da un evento vero, e cio il fatto che negli anni 1929 1932 si trovava a Caltanissetta il principe Brhan Sillassi, nipote del Negus Ail Sellassi, come studente della Regia Scuola Mineraria, da cui usc diplomato. Di lui si sa che era bello, focoso, gran spendaccione e questa la realt, tanto che opportunamente il buon Camilleri ci precisa alla fine che tutto il resto solo frutto di fantasia. Senza descrivere la trama, per non dispiacere al lettore, dico solo che questo etiopico, dalla pelle nera, si riveler pagina dopo pagina non lo sprovveduto e quasi selvaggio di cui Mussolini intende avvalersi, ma un attore astuto e consumato tanto da prendersi gioco del regime. Allora un nero in Italia era una rarit, ora non lo pi, ma in un contesto socio-comportamentale assai analogo non oso pensare quello che un altro nipote del Negus, o di un capo trib del Ciad, o addirittura anche un ex morto di fame del Biafra potrebbe combinare. Perch se c un posto in cui tutto pu accadere e anche accade proprio lItalia, ove grazie a personali ragion di stato, a furberie da asilo infantile e a soporiferi intrattenimenti dei media, tutto procede in una irreale realt in cui anche un alieno di pelle scura potrebbe dimostrare che la logica vince sempre, soprattutto quando opera in un terreno in cui assente. Ho riso, pi volte, ma un riso amaro che si allarga nello specchio in cui mi rifletto. Semplicemente un libro imperdibile. Renzo.Montagnoli
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