"'Allegro ma non troppo' rispecchia in pieno la poetica di Fonseca ma la porta avanti, cos come hanno fatto i libri precedenti: sempre un passo avanti nelle nuove raccolte, un'evoluzione, un continuo mai uguale a se stesso. In ogni suo libro colpisce l'eleganza del versificare, direi la compostezza: quel modo che ha di infilare ogni parola nel verso, una dopo l'altra come se fossero perle di vetro, fragili e forti al contempo, e poi ogni verso, uno dopo l'altro, fino a chiudere la poesia. [...] In questa raccolta il filo dell'ironia che ha sapientemente intessuto tutte le liriche precedenti lascia lievemente il posto a una nitidezza quasi sacrale. la sacralit laica della vita che emerge anche laddove il sorriso ironico di Fonseca si fa largo. Ma la risata, e non pi l'ironia, che apre alla poesia: una risata che fu chiarore negli oscuri vicoli/ e amari della vita/ora levit e sofia [...]. Fonseca cuce i pensieri del passato e i pensieri del presente sapientemente nei versi come da suo intento - ricucirli vorrei, all'uncinetto. Nelle precedenti raccolte cuciva anche gli oggetti e le persone ai versi, ora sembra essersi acclimatata nel disperdersi della realt - Se n' andata la permanenza delle cose -, una dispersione che ai suoi occhi di poeta non perdita ma occasione, supporto alla poesia. [...]" (dalla postfazione di Anna Toscano) |