Pubblicato in volume per la prima volta nel 1913, "I vecchi e i giovani" voleva essere il romanzo epocale di Pirandello: al centro della narrazione sono le vicende della famiglia dei Laurentano negli anni Novanta dell'Ottocento, nel periodo della creazione dei Fasci siciliani dei Lavoratori e delle lotte di classe tra i clericali e i sostenitori del nuovo regime liberale. Il contrasto generazionale tra i padri, che hanno fatto l'Unità, e i figli, che vedono nel loro conservatorismo la gretta difesa di ideali e interessi obsoleti, l'emergere della nuova borghesia capitalista, il naufragio dello spirito di rinnovamento che animava il Risorgimento: i protagonisti del romanzo incarnano le istanze più vive all'alba del nuovo secolo. Così, il principe don Ippolito di Colimbètra è il campione dell'aristocrazia reazionaria fedele ai Borbone, il figlio Gerlando è animato da idee rivoluzionarie in netta opposizione al tradizionalismo paterno, Mauro Mortara è un irriducibile garibaldino deluso dagli esiti delle lotte risorgimentali, don Flaminio Salvo è un potente banchiere che approfitta del decadimento della società italiana. "I vecchi e i giovani" è insomma la storia del fallimento dell'utopia risorgimentale, virata però dalla penna di Pirandello nel consueto gioco di specchi che rimandano all'universalità dell'uomo. |