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Sergio Sozi Libri


2046. L'Italia è una leggenda metropolitana. Viviamo tutti in Buruguay, capitale Washington. Parliamo una neolingua conosciuta come angloitalo. Solo qualche nostalgico - letterato, naturalmente - scrive ancora in italiano, consapevole di non avere più referenti e di non avere più pubblico. New Miami è il nome di ciò che rimane dell'antica Roma: una città ridotta a 5647 abitanti, stando alle statistiche più rassicuranti. Difficile credere che in passato la pizza fosse una specialità italiana, tutti sanno che è il piatto per eccellenza dei newyorchesi e che nello Stivale è proibita per legge. Difficile credere che in passato esistessero giornali: oggi come oggi, abbiamo solo tre testate, di quattro pagine l'una. Romantico pensare che un tempo i cittadini parlassero al telefono, guardassero la televisione, guidassero addirittura automobili. Tutte cose sinceramente poco credibili. Eppure tutto questo si legge nel diario di un vecchio poeta, Cesare Menicucci. Il diario è stato composto nel 2003, proprio l'anno in cui l'ultima biblioteca italiana, malinconicamente, dovette chiudere i battenti. A romanzare questa storia un letterato nato a Roma, oggi italiano all'estero: Slovenia. Curioso.
 
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Sergio Sozi ha innati il senso e il sentimento dellitalianit, probabilmente ancor pi vivo in quanto residente allestero, in una terra dove, peraltro, esistono nostri numerosi connazionali che mai hanno perso la loro identit, e ci nonostante guerre, spostamenti di confini e finanche diaspore.


Non poteva pertanto rimanere indifferente alla situazione di unItalia i cui abitanti hanno abiurato inconsciamente le loro origini, gettandosi, nel servilismo pi totale e masochista, fra le braccia di altre civilt, in primis quella americana.


Siamo diventati cos una colonia in cui scimmiottare gli usi di altri, i padroni, che invece assorbono da noi, adattando alle loro esigenze, le nostre ormai scomparse tradizioni culturali.


Sozi, che un cultore dellitalianit, della nostra lingua, della nostra letteratura non poteva restare indifferente a questa abdicazione di coscienza collettiva e ha voluto parlarne a suo modo, con la sottile ironia che gli propria.


Ha ideato, cos, e scritto un romanzo fantastico, in una versione distopica, immaginando il nostro paese nel non cos lontano futuro 2050.


La visione catastrofica, di una nazione che non pi nazione, viene abilmente stemperata da un atteggiamento satirico, che muove anche al riso per le nostre disgrazie, e proprio per questo resta lamaro in bocca.


La scoperta di un diario del vecchio poeta Cesare Menicucci, ormai scomparso, offre allio narrante, tale Lukin Philipucci,


i resti archeologici di quella che fu una grande civilt, estintasi nel 2003 quando venne chiusa lultima biblioteca italiana.


Dopo quella data si entra in una nebbia letteraria, in cui predominano strani linguaggi, tutto fuorch litaliano, e cessa la memoria, non tramandata alle nuove generazioni, con una perdita cos dellidentit nazionale, ma anche della personalit individuale. Il nostro paese ormai decaduto, spopolato, e nemmeno lombra di ci che era.


E forse superfluo che dica che la visione dellItalia, effettuata a ritroso, sulla scorta di questo diario, in cui i versi di Menicucci scandiscono gli eventi, come fossero le portate di un vero e proprio menu, quella, pari pari, che abbiamo sotto i nostri occhi, con una popolazione avulsa dalla realt e che vive di apparenza, in cui ritmi e comportamenti sono scanditi da mode s imposte, ma a cui ben volentieri ci si adegua, insomma una societ di quasi decerebrati, in preda alla perenne convinzione che luso della mente sia solo compito di chi tiene le redini del paese.


La struttura nazionale cos si disgrega, con edifici fatti di cartapesta che crollano al primo sboffo daria, con un ricorso a una lingua diventata del tutto incomprensibile, anzi atta a generare ancor pi confusione in gente non adusa a leggere testi di qualit, ma solo soporiferi romanzetti atti alla conservazione di uno stato di perniciosa indifferenza.


E con lincapacit di comunicare arriva limpossibilit di tramandare ad altri, cos che le origini e le tradizioni, tutto ci che cultura, viene ad essere dimenticato.


Ma come potuto accadere uno scempio del genere?


Leggete questo divertente romanzo e lo saprete, con unavvertenza, per: vero che si tratta di fantasia, ma purtroppo ben ancorata alla realt. Quindi Il men non stato scritto solo per rallegrare, per far trascorrere bene qualche ora di lettura, ma un monito preciso, affinch ci attiviamo per non ridurci come i futuri Lukin Philipucci.


Ah, unultima annotazione: state attenti alla lingua in uso nel 2050, perch una vera chicca.




Renzo.Montagnoli
Storia o fantastoria della nostra Italia? Non semplice ucronia.
Un Italia senza pizza, senza pi n letteratura n biblioteche che sarebbe?
Io che amo da morire sia luna che laltra, che ho preparato una tesi in letteratura italiana nella Nazionale di Firenze, che mangio pizza un giorno s ed uno no, rabbrividirei di fronte ad una realt del genere. Eppure Sozi lha immaginata cos la nostra bella patria!
Men, romanzo proiettato nel futuro, dal sapore satirico e allegorico.
Se per un attimo ci fermassimo, sarebbe naturale una riflessione guardandoci intorno, perch memori del passato glorioso della nostra terra, potremmo fare un confronto fra vecchio e nuovo. E possibile che questa che dovrebbe essere una ingenua meditazione veloce su quello che siamo diventati e quello che siamo stati, ci potrebbe portare ad essere un po tutti daccordo sul fatto che un giorno anche noi potremmo trovarci in questassurda e paradossale realt. E s..il degrado! Potrebbe riguardarci.
Lo scrittore si nutre delle spoglie di una letteratura bruciata dal business per qualcosa di facile fruizione.
Innanzitutto, nella trama lui fissa una data importante: il 2003. Dopo questo anno si ha infatti laffossamento della letteratura: predominano strani linguaggi, tutto fuorch litaliano, e cessa la memoria. Un paese senza memoria non ha neppure un futuro. Non pi Petrarca, Leopardi, grandi cultori di essa. Come neppure tanti altri grandi. Lidentit nazionale ormai smarrita. La nostra nazione ormai persa. Sozi ci pone davanti un posto conosciuto che non quello di prima, n qualcosa che ce lo ricorda, ma uno con una lingua incomprensibile che nulla ha di quel linguaggio chiamato Italiano. Siamo in una Italia del 2050, immaginata con gente che non legge pi, o chi lo fa, lo fa con romanzetti in uno stato di assoluta indifferenza, annullando quella che sino a pochi anni prima veniva chiamata letteratura di qualit. Un mondo dove non si comunica pi. Se emblema e respiro della memoria Italica e della cultura sono le antiche biblioteche, non a caso, lautore fa cadere lultima biblioteca italiana, la Nazionale di Firenze, come anche tutti gli antichi palazzi, orgoglio del Rinascimento.
Cade anche lultimo mito: la pizza. Non si riesce pi a farla come fuori,e cos il buono di questa nostra terra fugge verso altri lidi. Chi ama la letteratura e litalianit si sente tremare dentro, perch sa che c qualcosa di vero in questa storia inventata da Sozi. LEuropa non sforna pi i grandi capolavori di una volta e i grandi talenti si trovano in paesi che non brillano certo per il benessere economico delle loro popolazioni. Tanto per citare qualcuno e la sua opera, Centanni di solitudinedi Gabriel Garcia Marquez, non un lavoro darte nostrana: troppo presi, negli ultimi decenni, a vendere copie e a seguire le mode. Mi chiedo se ci avviamo davvero verso quella decadenza che Sozi ci descrive, quasi, con chiaroveggenza profetica, e con maliziosa ironia.
Per chi come lautore vive fuori, il desiderio di conservare un identit ti fa riassaporare ogni giorno e riscoprire lappartenenza alle tue origini. E se si parla di questo non si pu prescindere dal legame con la lingua e la letteratura.
Lautore ha inventato una vicenda dal sapore catastrofico, drammatico, ma fortemente chapliniano che rispetta la logica corrente della societ in cui vive, e continuamente cade nel buffo.
E una storia divertente, che seppur piena di visioni pessimistiche non spaventano perch non sono vere. Nessuno indenne da un futuro del genere, soprattutto quando il germe di quanto trovi scritto esiste gi. Provate a sfogliare questo libro. Non solo perch vi divertirete.

Castelvecchi Editore
www.castelvecchieditore.com
Narrativa romanzo
Pagg. 106
ISBN: 9788876153303
Prezzo: 13,00
Sozi:Nasce a Roma il 3 marzo del 1965 e vive dal 1969 al 2000 in Umbria. Attualmente risiede in Slovenia. Dal 1989 si occupa di letteratura, giornalismo culturale, insegnamento e traduzioni fra Perugia, Trieste e Lubiana. Come poeta, ricordiamo la raccolta Oggetti volanti. Fra le altre principali collaborazioni menzioniamo quelle con il quotidiano LUnit ed il settimanale Avvenimenti, con il mensile triestino Trieste Arte e Cultura, il mensile lubianese Nova revija, il quotidiano sloveno Dnevnik, la Radio Tre slovena e la casa editrice Studentsk. Considerato dalleditore Valter Casini di Roma, nel proprio sito il Pennac del ciclo Malaussne , stato valutato dalla critica recente un autore che ha un livello stilistico di alta qualit. Il racconto Ginnastica depoca fredda, prima di essere pubblicato nel 2009 in Italia da Historica Edizioni, stato segnalato e antologizzato in Croazia nel 2008 a cura del Premio Fulvio Tomizza Lapis Histriae.

Rosanna Maria Santoro
DAL QUOTIDIANO PERIODICO ITALIANOWEB

gabriele19

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