Un destino ineluttabile e tragico incombe sulle vite dei personaggi di questo romanzo di Julien Green. Un elemento li accomuna e li porta alla disperazione: la necessit imperante di seguire le proprie passioni personali. Questo bisogno genera in tutti una grande impazienza e conduce fatalmente a esiti funesti: il protagonista Paul Guret vive un amore tormentato per Angle, giovane lavandaia e stiratrice; la signora Londe posseduta da un'irrefrenabile curiosit; la signora Grosgeorge, ricca ma ormai sul finire della vita, da una demoniaca frenesia di rivalsa. Tutti sono dei prigionieri, rinchiusi per loro stessa volont in una prigione che si sono costruiti da soli, con l'unico scopo di soddisfare i propri desideri e l'ansia di non riuscirci: Leviatan la rappresentazione tetra e allucinata di questo carcere immateriale, un luogo buio e impenetrabile in cui si trova a vivere ogni personaggio. Come scrive Giorgio Montefoschi nell'introduzione: Julien Green - e qui la sua grandezza - uno scrittore 'forte' che non conosce mezze misure. Dio c' o non c'. La legge morale - anche, e soprattutto, in assenza di Dio - o riconosciuta o non riconosciuta. Le trappole nelle quali vivono o cadono i suoi personaggi, pur avendo assai spesso i segni del decoro, hanno pareti d'acciaio. |