Tra racconto, autobiografia, saggio, "Di seconda mano" attraversa i vasti territori della traduzione letteraria con un movimento nello spazio e nel tempo: tra viaggi nel presente e nel passato, divagazioni autobiografiche, spunti teorici, questo libro intreccia una fitta serie di "storie di traduzione", lungo un filo narrativo in cui si sovrappongono realtà e sogno, fantasia e ricostruzione storica, esperienza quotidiana e problematica teorica. Questo viaggiare del racconto si risolve in un'inquieta e appassionata interrogazione del tradurre letteratura: come si muove, per quali strade intime e segrete, quella seconda mano che, toccando il testo dell'autore, lo riscrive e lo trasforma, facendosi carico di un rischioso passaggio in un'altra lingua e in un'altra cultura e assumendo la responsabilità del compromesso implicito di questa operazione? Su quale carico di esperienza e di riflessione si svolge il rapporto con l'autore del passato e con il potenziale lettore futuro? E come l'umile pratica artigianale e quotidiana di una traduttrice può confrontarsi con l'immenso apparato teorico che attualmente si sta accumulando sul problema del tradurre? Su quale orizzonte personale si proietta il dialogo con gli autori che si traducono? Come si definisce il rapporto con chi ha scritto e tradotto in altri tempi? Quale spazio possono trovare oggi i "Classici"? In conclusione "per chi" e "perché" tradurre letteratura? Queste domande vengono qui affrontate sempre e solo in forma narrativa incrociando anche il tema del confronto con le ligure fondamentali del Romanticismo tedesco e con la cultura araba. Essenziale è sempre la questione della passione e dell'intimità con la letteratura. |