La grande guerra non si svolse solo in prima linea; anche le retrovie divennero loro malgrado terra di sofferenza. Non ospitarono scontri diretti n vi si rischiava di morire per i colpi nemici, ma erano ?terre al servizio?. Strade, paesi, infrastrutture, per non parlare degli abitanti: tutto e tutti dovevano contribuire alla piena efficienza delle operazioni al fronte. Lo raccontano nel loro nuovo libro ?1915-1918 La guerra alle porte? gli autori Giovanni De Don, Giuseppe Teza, Francesco Pomar e Paolo Tonon. La loro attenzione si concentrata sul Comelico (BL), emblematico per la profondit delle trasformazioni indotte dal conflitto sul tessuto sociale e culturale locale. ?I paesi da Padola a Sappada ? scrive nella presentazione al libro Giorgio Tosato ? si riempirono di migliaia di soldati accantonati in case e tabi, le strade furono percorse da automobili, motociclette e rumorose trattrici, le piazze occupate da cannoni e carriaggi. Si realizzarono ardite teleferiche e perfino campi d?atterraggio d?emergenza, per ospitare soldati e operai in diverse localit sorsero veri e propri villaggi militari?. Oggi di tutto questo sopravvive quasi nulla, ma per il tempo fu un vero e proprio sradicamento da tradizioni secolari. La popolazione ? spiega Tosato ? dovette abbandonare ritmi di vita aviti e convivere con limitazioni della libert personale, coprifuoco, requisizioni, rigide prescrizioni igienico-sanitarie e comportamentali. Il prezzo fu altissimo in termini di disagi, fame e distruzioni. Le testimonianze proposte dagli autori lo fanno ben percepire: foto, documenti, reperti raccontano ancora a cento anni di distanza l?intensit di una quotidianit stravolta e mutilata. Il libro impreziosito da un apparato iconografico ricchissimo: oltre 300 scatti quasi interamente inediti. Per reperirli gli autori hanno esplorato archivi pubblici e privati di tutta Italia, regalando con questo libro al lettore un lavoro unico e straordinario. |