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Libretto composto di ventidue racconti che ripercorrono e raccontano nei modi pi diversi la figura di Franz Schubert, il ragazzo in cui arde la fiamma divina come disse di lui Beethoven. I racconti sono scritti in una prosa semplice, con qui e l qualche sbavatura che, tuttavia, nulla toglie alla piacevolezza di una scrittura limpida, chiara e scorrevole. Il racconto si snoda, attraverso i ventidue racconti, costellandosi di immagini fantastiche, cenni storici, raffinatezze poetiche che un po accompagnano e lusingano il lettore, un po lo distraggono dal fine del libretto: raccontare i contesti e la vita del compositore austriaco. E vero, infatti, che ammaliato e incuriosito dal titolo, il lettore si sente un po costretto un po condotto per mano a cercare nei racconti le tracce dellartista, dellartista personificato in Franz Schubert, che invece lautrice un po concede e un po nasconde dietro metafore, racconti messi in bocca a conoscenti e ad amici, a personaggi immaginari che sfiorano e costeggiano la sua figura, senza svelarla completamente. Sono racconti, oltretutto, che possono essere doppiamente gustati: i riferimenti a Schubert come personaggio realmente esistito e i riferimenti velati, che un profano non riesce bene a cogliere. Riferimenti che risulterebbero sicuramente pi godibili a un esperto o, comunque, ad un appassionato conoscitore della vita e delle opere dellartista viennese. E questo in particolare in alcuni racconti, dove lapparente lontananza e distacco dal tema principale, dal filo conduttore che lega e fornisce di senso laccomunamento di tanti piccoli e apparentemente slegati racconti sembra svanire o riferirsi, magari, a momenti reali della vita dellartista o a immagini che gli erano care o che, in particolare, gli vengono pi spesso attribuite, ma che non sono esplicitati. Laddove i racconti si fanno pi introspettivi, pi onirici, il ritmo accelera e un po scivola in riflessioni acute e originali ma anche troppo rapide e spesso confuse, nel tentativo di condensare in poche pagine il senso profondo e la complessit dellopera di Schubert, che risultano al lettore profano un po noiose e pesanti da seguire. Sono riflessioni confuse almeno per chi si avvicina alla lettura del libro cercando uno svago, una bellezza concreta ma anche impalpabile che una buona lettura sa donare e che, suo malgrado, in alcuni momenti viene distratto da queste riflessioni un po contorte. In questi racconti in particolare, sembra venir meno quella chiarezza e quella pulizia che invece caratterizza racconti di altro genere, che spiegano senza divagare chi era, per coloro che lo conoscevano, e cosa rappresentava Franz Schubert. E tuttavia, anche il profano pu gustarsi le immagini e i racconti ben scritti, dimenticandosi per un momento dei giochi di specchi, delle citazioni reali o presunte tali. Racconti, quindi, molto diversi gli uni dagli altri. Alcuni raccontano di Schubert, semplicemente, della persona, dellartista che siede scrivendo, delluomo, con i suoi incontri, i suoi modi di fare. Altri ci parlano di una Vienna che grembo fertile per gli artisti, fatta di fumose osterie e profondi cunicoli in cui si pescano le Muse e in cui Schubert non che una comparsa, incontrata come per caso e mai guardata negli occhi, che si affianca a figure di spicco che, per un momento, diventano protagoniste. Ho apprezzato la bellezza e la chiarezza del modo di raccontare di Anna Rastelli (nonostante la forse superflua complessit di alcuni passaggi), che sa trasformarsi al variare di tematiche e contesti. Il filo conduttore in questo modo, spazia, si allarga. Ora luomo, ora lartista, ora il musicista, ora il ragazzo. Gli splendidi passaggi del pensiero dell'artista, le aule fredde in cui qualcuno suona il pianoforte, frammenti di ricordi vividi come se l'autrice li avesse vissuti di persona. Nel complesso, una lettura interessante, una raccolta di racconti ben scritti e non facili, non scontati e originali. Hellionor
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