Nella sua cameretta, sulla parete sopra il letto, era appeso l'acquerello di un fitto bosco con un sentiero serpeggiante che si perdeva nelle sue profondit: e Martin aveva la precisa sensazione di esservi saltato dentro, una notte, esattamente come il protagonista della fiaba inglese che la madre gli leggeva da bambino. L'acuirsi insopportabile della sensibilit, l'attrazione magica e perentoria verso ci che lontano, proibito, vago - verso qualsiasi cosa tanto indistinta da stimolare la sua fantasia a definirne i particolari -, il richiamo dell'impresa valorosa e del fulgido martirio saranno per sempre il suo stemma araldico. Martin il pi gentile, il pi retto, il pi commovente di tutti i miei giovani uomini ha scritto Nabokov, aggiungendo anche, inoppugnabilmente, che Sonja, la civetta capricciosa e spietata che incanta Martin, dovrebbe essere celebrata dagli esperti di sapienza e allettamenti erotici come la pi attraente, seppure in modo singolare, fra tutte le mie giovani donne. E la ragione chiara: Martin uno di quegli esseri rari a cui solo dei sogni importa, e che - forse per vincere un'amara sottostima di s o la devastante paura di non avere talento - devono realizzarli. Lo scopriremo seguendolo, esule della rivoluzione bolscevica, dalla Crimea alla Svizzera, da Cambridge a Berlino, sino all'incalzante finale: e quando, con una prodezza che insieme un gioco di prestigio del mago Nabokov, Martin salter di nuovo nel quadro della sua infanzia, rimarremo l, su quel sentiero serpeggiante, soli, e in preda a una sottile malinconia. |