Eugene Debs Hartke, reduce dal Vietnam, porta in sé la ferrea certezza del sopravvissuto alla fine di tutte le ideologie e di tutte le speranze, e fa interagire tale pensiero con la sua attività di insegnante, dapprima in un college per ricchi bambini handicappati, e quindi in un carcere di massima sicurezza che diverrà il teatro di una Grande Evasione. Sullo sfondo, un'America regredita a Babele, postatomica e fagocitata dagli Orientali, i quali si sono sostituiti con ineguagliabile velocità alla vecchia classe dirigente. Ed ecco allora il gelido resoconto di Eugene, che si annuncia foriero della massima disumanità e del più completo disordine. |