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Era mio padre (Le vele)


Franz Krauspenhaar Libri


Franz Krauspenhaar, al suo quarto libro, racconta la storia di suo padre, un tedesco nato in Italia negli anni Venti, combattente della Wehrmacht, l'armata di Hitler, durante la seconda guerra mondiale. Narrando i ricordi di episodi vissuti personalmente e sentiti soltanto raccontare, Krauspenhaar va alla ricerca del padre perduto. Per far questo, come un rabdomante, cerca a occhi chiusi le vene d'acqua di una storia di vita interessante e piena di colpi di scena, intervallandola con la storia in presa diretta di come il libro viene concepito e scritto, in un'afosa estate. La storia di un padre che manca ma che si deve finalmente seppellire, di un figlio scrittore che lotta contro questa figura pur amandola sempre molto, e che vive la sua vita piuttosto solitaria frammezzata da telefonate di amici, da incontri galanti, da rabbie, paranoie, abbandoni quasi violenti alla tenerezza.
 
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: pagine
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Prezzo di copertina: EUR
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dal blog di Lisa Sammarco 5.5.2008


Un errore che si potrebbe fare nel leggere Era mio padre quello di pensare di avere fra le mani il romanzo di una saga familiare che attraversa unepoca della storia europea rappresentata, nel susseguirsi delle generazioni, in tutta la sua dimensione dilatata.


In realt la narrazione, anche se inserita in un contesto ampio, molto pi intima.


Gli eventi che fanno da sfondo sono raccontati a vista , il loro svolgersi non va oltre lo sguardo dei protagonisti, tutto vissuto e narrato sulla pelle, perfino la guerra stringe il proprio scenario nello spazio della terra che viene calpestata, nei dossi dove morire o vivere questione di centimetri, nelle frontiere che lasciate alle spalle o varcate spogliano e rivestono, nelle radici e i legami che invece perdurano senza confini. Senza latitudini o longitudini.


C un filo da riavvolgere e ai due estremi ci sono un padre e un figlio che si cercano. Che devono riunirsi. Nella morte delluno, nella vita dellaltro. Come navigando nel buio e senza bussola.


Ho letto Era mio padre in una notte. Ora che da quella notte passato un po di tempo credo che sia stato un bene leggerlo nel respiro trattenuto delloscurit. Le tenebre mi hanno collocato in una posizione privilegiata perch questo libro ha della notte lo stesso scenario, la stessa mancanza di punti di riferimenti, e la stessa assenza di piet.


Non ci sono luci che entrano dalle finestre, non ci sono ombre che determinano unora, non ci sono rumori. Le scene scorrono e, anche l dove qualche dialogo serpeggia nel silenzio dei ricordi, anche l dove la luce della riviera ligure e la calura di un Sud dellinfanzia sintrecciano al profilo di una Germania scarnificata dalla guerra per implodere nel presente di una Milano ostica e amorevole, tutto sembra scorrere in bianco e nero, e senza sonoro. un libro in 8mm.


La sua scrittura sembra consistere nel fermare ad uno ad uno i fotogrammi per poterne scoprire tutti i particolari, ingrandirli con una lente togliendoli dai contorni sfumati dei ricordi e ridefinirli in unottica nuova e con una nuova consapevolezza, comprenderli, smussarli per incastonarli in un sentimento daffetto nuovo. Sostituirlo a quello che vive ormai quasi in forma astratta.


E poi riavviare di volta in volta lo scorrimento, e fermarlo nuovamente, e cos via, fino alla fine. Fino ad arrivare al padre, alla concretezza dellamore per lui. Pieno. Reale. E finalmente espresso.


Infatti il montaggio narrativo sembra seguire una struttura dove i piani della trama si avvicinano, sintersecano e si allontanano continuamente, sottoposti come sono a questo lavoro di recupero, quasi fosse un affresco sul soffitto di una stanza ricoperto dalle scorie del tempo e a tratti andato perso nei frammenti caduti in terra.


La figura del padre diventa unimmagine da restaurare, da riportare alle sue tinte originali, da ricostruire facendone ricombaciare perfettamente i minuscoli pezzi, raccogliendoli ovunque lo si pu: nelle fotografie, nei racconti di chi lo ha incontrato, e nei ricordi.


Ecco allora la scelta di chi scrive di fare se stesso, la propria stanza, la propria vita quotidiana da canovaccio alla trama rinunciando al privilegio di essere voce fuori campo, di essere spettatore asettico della storia e assumere invece una consistenza fisica, di carne e sangue, forse anche per una sorta di rispetto verso un padre che, in un certo senso, protagonista indifeso, quasi violato nellintimo in questo suo cercarlo.


Chi scrive cerca di porsi cos alla pari offrendosi, non al lettore a cui invece un po cinicamente toglie ogni idea romantica del suo mestiere di scrivere, bens al padre, mostrandosi a lui come luomo che diventato, colui che lui non ha potuto vedere andare oltre la giovinezza, luomo che ora scrive di lui. Del padre.


-Ecco- sembra dire questo tuo figlio - E mentre lo cerca, ne cerca le radici, mentre osserva ogni minuscolo tassello che possa ridefinire il disegno di quel loro rapporto interrotto, gli racconta di s, da uomo a uomo, perch ci che deve essere colmato anche questo. Forse soprattutto questo: potergli parlare ancora e ridargli cos il ruolo di padre.


Allora gli racconta delle sue donne, che entrano ed escono dalla sua vita, dellamore e delle scopate, degli amici vicini e di quelli da cui si sente tradito o dimenticato, delle delusioni, della solitudine, delle difficolt contro cui sbatte anche nello scrivere, gli parla di chi lo ha conosciuto e amato e che resta ora in questa sua assenza, e perfino delle cose apparentemente di nessun rilievo come i piccoli malesseri con cui lotta ogni giorno, dei pasti consumati in cucina, delle baruffe webbiche. Stralcia morsi del presente per trarne la linfa vitale e rianimare cos le immagini statiche di un tempo passato. Un paradiso perduto.


Chi scrive si mostra nella sua quotidianit e nella stessa semplice e forse inadeguata umanit con cui lui, il padre, ha forse dovuto affrontare invece una Storia invadente che ha terremotato la sua esistenza. Con le stesse macerie a pesargli sulla schiena e con la stessa fatica per rimetterle in piedi. Con la stessa fragilit di uomo che pu opporre allimmensit dellesistere solo il proprio esistere come uomo: una identit, il lavoro, la famiglia. Le piccole grandi cose che fanno la vita quando c.


Era mio padre Franz Krauspenhaar- Fazi Editore


(Immagine: Koos



ninna

Era mio padre un libro straordinario, fosse anche solo per la bellezza della copertina ne consiglierei la lettura.


La scrittura sorprendentemente viva, il suo approccio con il lettore forte e immediato, le parole ti fanno precipitare dentro un vorticoso percorso, camminare sui carboni ardenti sarebbe probabilmente pi facile.


Lautore in questo libro compie un viaggio dentro di s, attraverso gli avvenimenti che hanno caratterizzato la sua esistenza.


Questo libro raggiunge gli strati profondi dellessere senza lutilizzo di filtri, ma racconta letica del quotidiano, quel quotidiano in cui ogni giorno si incontrano le asperit del vivere, permeate dallombra del passato.


Krauspenhaar non nasconde nulla, ma mostra interamente il suo essere riversato in una Milano liquida e rarefatta, egli si mostra nudo, il passato adesso, qui, ora, senza sconti.


Egli non cerca comprensione, piet, vuole solo raccontare cos un uomo che ha attraversato le aride steppe dellanima.


Parlare di se stessi un atto di estremo coraggio e farlo senza filtri unoperazione che pochi riescono a fare senza cadere nella retorica, e in questo libro non c nulla di simile alla retorica.


Tutta la vicenda trattenuta tra i fili del tempo che non si scollano, ma sono fermati dalla potente colla della memoria.


Tutta lopera permeata da una grande bellezza, dove la scrittura assolve il compito di restituire attraverso larte questa complessa vicenda, la scrittura vissuta come estremo limite in cui lanimo umano va ricerca della parte pi intricata dellessere.


Il racconto attraversa tre generazioni, e ognuna di loro si trova a combattere le proprie guerre, fuori e dentro s stessi.


Ogni pagina percorsa da una forte tensione narrativa che coinvolge il lettore, fino al finale inaspettato.



ninag

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