Penso che tu sia il figlio di mio zio Pietro... Non abbiamo pi sue notizie da quando partito per l?Eritrea. Cos, poche parole ricevute via Facebook cancellano per Vittorio diciotto anni, il tempo passato dall?ultimo incontro con suo padre, alla stazione di Milano. Ma lui non sa nemmeno chi sia Aida, la presunta cugina eritrea che lo contatta. Cerca di ignorare quel messaggio, si immerge nel lavoro di giornalista. Ogni nuova inchiesta, per, lo riporta nello stesso luogo. In Africa, a seguire rivolte e repressioni, rotte della migrazione e dell?asilo, della tratta di esseri umani. In Africa, dove si trovano, che lo voglia o no, le sue radici. Perch Vittorio, europeo e italiano, un figlio del meticciato lungo tre generazioni. Il bisnonno Giacomo, arrivato nella colonia nel 1890 con il regio esercito, fa due figli con una moglie-bambina eritrea, per poi abbandonarli. Il nonno Vittorio, ucciso sulla porta di casa ad Asmara perch attivista meticcio, lascia vedova e orfani a fare i conti con l?eredit delle violenze fasciste. Il padre Pietro si rifugia in Italia, si sposa, fa un figlio; ma non basta tornare in patria per conquistare la stabilit. Seguendo le tracce di questa saga famigliare che torna alla luce con prepotenza, Vittorio destinato a scoprire l?origine del proprio nome, a capire la forza del sangue, a domandarsi cosa sia l?identit. A portare a galla molti segreti: non solo i suoi ma quelli di una colonizzazione italiana peggio che dimenticata, rimossa, insabbiata sulle due sponde di un mare solcato da troppe storie. Cos, cent?anni di uomini tormentati e donne forti ? da Gabr in Eritrea a Loretta in Italia: le costruttrici, le resistenti ? diventano cent?anni di menzogne e di responsabilit negate. Di battaglie vinte e perse, ma non ancora concluse. |