In certi momenti vien voglia di mandarlo al diavolo, dal quale egli forse proviene; in altri, di tenercelo stretto come un compagno di viaggio che instilla dalla soglia della nostra coscienza il tormento e la suggestione del nulla Che cosa sono queste vanit delle vanit di cui ci parla il Qohelet? Un messaggio di disperazione o un appello alla libert? Per millenni questo enigmatico libro della Bibbia stato interpretato come un'eccezione, anzi una contraddizione o uno scandalo nel messianismo ebraico e cristiano, il quale insegna a non disperare, poich la storia ha un senso che ci condurr alla pienezza dei tempi. Ma nel frattempo dobbiamo forse annichilirci, impazzire di disperazione e riempire le nostre giornate con la ricerca di vani, insensati e fuggitivi piaceri, per non farci annientare dalla consapevolezza della nullit delle nostre vite? Meglio allora per l'uomo non esser mai nati: questo che dobbiamo concludere? Ma perch dovremmo condannare come illusoria l'azione rivolta a costruire, nella vita individuale e in quella collettiva, qualcosa che vano non sia? Una lettura controcorrente che cerca di vedere un poco pi chiaro nella potente poesia di questo testo apocalittico. |