Oltre cento anni fa, Friedrich Nietzsche proclamava Dio morto!, specificando subito dopo E noi l?abbiamo ucciso!. Cos di solito si conclude la canonica parabola della secolarizzazione occidentale, che dalla religiosit diffusa del mondo antico passa all?ascesa irresistibile delle grandi confessioni monoteistiche, corrose poi dall?azione laicizzante della scienza e soprattutto dalle rivoluzionarie idee illuministiche, che per prime riuscirono a immaginare la coerenza di un mondo tutto immanente. Ad aver ucciso Dio, insomma, sarebbero sostanzialmente i filosofi e i pensatori moderni, e la societ intorno non avrebbe fatto altro che prenderne atto. Eppure questa narrazione, sostiene Alec Ryrie, pastore anglicano e storico del cristianesimo, ha due vistose falle. Prima di tutto cade nel solito tranello di immaginare un mondo guidato dall?avanguardia intellettuale, quando casomai nella storia sempre successo il contrario: i pi avanzati pensatori sono stati quelli che sapevano intercettare e interpretare ci che di fatto stava gi accadendo. E, in seconda battuta, ignora una semplice verit, attestata da documenti di ogni tempo: c? sempre stata una parte della popolazione occidentale che, quale che fosse la confessione vigente, si rifiutava di vivere come se Dio esistesse. Non si trattava magari di ?atei? nel senso moderno, razionalmente convinti dell?inesistenza di Dio, ma piuttosto di ?miscredenti?, persone che empiricamente non credevano. Questo non solo perch la sistematizzazione teorica dell?ateismo era di l da venire, ma soprattutto perch molti di questi miscredenti erano di estrazione popolare: le carte dei processi della Santa Inquisizione sono pieni di casi come quello di Durand de Rouffiac de Olmeira, semplice mercante francese che nel 1273 venne processato perch aveva osato dire a un amico Credi che ci sia altra anima nel corpo a parte il sangue?. Intrecciando cronache e atti processuali, diari privati e giornali, raccogliendo tracce nella letteratura e nell?arte, Ryrie costruisce un?illuminante controstoria dell?ateismo che, pur non negando la chiave filosofico-razionale, d finalmente spazio alla spinta tutta emotiva, sensoriale, che nei millenni ha portato moltissime persone a scoprire dentro di loro il senso di non credere. |