Excerpt from Delle Nuove Speranze d'Italia: Presentimenti Pi di dodici anni 'ora sono passati, usciva un libro in Parigi, scritto da uomo che nacque fuori d' Italia, ma che l'ha amata di cuore: nel quale libro ponevasi la religione fondamento a libert, prenunziavasi un Pontefice non ligio alle voglie de' prepotenti, ma possente della sua riverenza al diritto de' popoli, ch' pur diritto divino. L' Autore d per radice al diritto il dovere; per guarentigia di buon esito alle nazioni, non l' odio e il disprezzo, e la brama degli utili e degli agii, non le congiure, n le minacce, n i vanti; ma il civile coraggio, e la sapienza del sacrifizio, e il severo uso delle forze e del tempo, e la concordia e l' umilt di gnitosa: n crede potersi mai la libert distaccare dalla ve rit e dall' amore. Propone pertanto unica medicina possente ai mali antichissimi, l' educazione rinnovellata, dico 1' edu cazione che forma gli animi e i corpi. Non l' istruzione, che soli gl' ingegni; unica base di libert vera le facolt e le franchigie municipali. La civilt non fa egli consistere nelle leggi, ma nelle consuetudini; le speranze dell' avvenire non nel recidere il filo delle 'antiche tradizioni, anzi nel ripi gliarlo da alto; l'italianit non nell' andata d' un solo stra niero, ma nel non' servire a straniero n ad Italiano nes suno n co' pensieri, n con le abitudini del vivere, n con le speranze, la quale ultima servit di tutte pi insidiosa e. Pi intima, e per pi tremenda. Egli desidera graduato il rinnovamento perch nessun bene impreparato bene vero; desidera che la Nazione intera, massimamente nelle citt minori e nelle campagne, nelle quali egli maggior mente confida, la Nazione si desti, e consenta; che la li bert non sia cosa di setta; desidera che ogni atto si con temperi a'luogbi ed a' tempi, cio alla natura delle cose, e alla storia. E a questo principio sottopone come cosa diminore importanza, quello dell' Italiana unit, per amore della quale non vorrebbe abolite le necessarie e belle va riet, che la natura appunto delle cose domanda, e doman der sempre pi fortemente, in tutti i paesi del mondo, e segnatamente in Italia. Dalla confederazione dei deboli spera resistenza efficace ai prepotenti; da' congressi delle nazioni spera rescissi gl'iniqui contratti de' congressi de' re: da' com merci, principalmente marittimi (innanzi che si facesse pa rola della valigia dell'indie), spera renduta all'italia la gran dezza ch' ella non potr pi pe' terrestri recuperare. Predice che il moto estrinseca dalla Romagna verrebbe a Toscana e a Modena e a Lucca; dal Piemonte aspetta assai meno di quel ch'altri ne aspetti.niccol Tommaseo volge parole severe a' principi, a' ricchi a' preti, ed a frati, n crede poterli con le lodi abbonire: in questo solo errando, che non di atingue assai nettamente.i governanti toscani d' allora dal Principe, il quale si poscia dato a conoscere si generoso e ai pio. Non dispera l'autore per n de' ricchi, n de'prin cipi,,n de' preti, e lor volge consigli, che a taluni fu lode aver poi da altre bocche ascoltati; e senza l' aiuto de' preti specialmente reputa impossibile all' Italia riaversi. Consiglia agli amici delle oneste e fruttuose novit, conoscere in prima a fondo le condizioni del paese, poi dire il vero paca tamente, intrepidamente, e, se non dopo sperimentato ogni rimedio pi mite, non venire a legittima resistenza. About the Publisher Forgotten Books publishes hundreds of thousands of rare and classic books. Find more at www.forgottenbooks.com |