Picasso non si chiamava semplicemente Pablo. Quando era nato, nel 1881, era stato battezzato, secondo le usanze ridondanti della Spagna dell'epoca, con nove nomi, una carovana di appellativi che rappresenta quasi un presagio, perch non c' stato un solo Picasso: ce ne sono stati una decina. Nella prima met del Novecento l'artista spagnolo stato realista, simbolista, espressionista, primitivista, stato (con Braque) il padre del cubismo, ha ripensato il classicismo, ha interpretato il surrealismo. Questo atteggiamento proteiforme si ritrova anche nelle sue lettere, di cui il presente volume propone un'emblematica antologia. Sembra quasi che Picasso si comporti coi suoi amori sentimentali come coi suoi amori intellettuali e che, ad esempio, quel suo fuggire a Cret con Eva senza chiarirsi con Fernande, o quelle sue profferte a Marie-Thrse mentre in vacanza con Dora Maar, nascano dalla stessa spregiudicata libert che lo porta a dipingere alla Ingres e alla cubista in uno stesso periodo, in uno stesso momento, in uno stesso quadro. Picasso, per, un maestro di pittura, non di vita. E la pittura, che preferisce chiamare col nome pi dimesso ma pi concreto di "lavoro", non solo la sua pi grande passione, ma anche l'unica cui sa rimanere sempre fedele. In questo senso le sue lettere ci offrono una cronaca non dei suoi amori, ma del suo amore: per l'arte. |