L'albero l'elemento che ci svela il linguaggio della natura: ne scopriamo i colori con il suo refrigerio ed il suo mutare; ne afferriamo i suoni con il suo tradurceli in musica; ne intuiamo l'anima attraverso la sua protezione e assistenza. L'albero ci ha insegnato il mondo e ci ha ci ha avvertito e continua ad avvertirci, se ci teniamo, sugli avvenimenti ambientali che ci condizionano. Non invano se per secoli l'albero ha parlato il linguaggio sacro dell'indicibile/invisibile. L'albero posto com' nella sua possente erezione, c'insegna il legame o la via dritta fra la terra e il cielo. Nei suoi rami l'albero indica lo slancio dell'orientazione, la perseveranza del dell'intento; nelle verde delle sue foglie, il modularsi della luce e l'assoluto processo chimico della fotosintesi. L'albero con il suo habitat, definisce le ricchezze della biodiversit: esso la foresta, il bosco, luoghi, cio, dell'equilibrio dinamico dell'energia del sistema Natura. Il meccanicismo dell'uomo si ostina a sostituire tale sistema con le leggi che risultano dal suo processo mentale, assunto per essenziale: la matematizzazione dell'universo. Eppure gli alberi hanno popolato e trasformato mari e terre, creando un ambiente che ci consente di vivere e che la condizione di vita di tutti i viventi. Per questo la trama vegetale l'espressione pi profonda della storia umana; ne contrassegna gli sviluppi, le decadenze, ne condiziona il fatale e tragico destino. Malgrado l'impostazione antropocentrica l'albero, resistendo, continua, per cos dire, ad amarci, tutelandoci come pu con la sua biodiversit che ancora riesce a correggere gli squilibri provocati dalla pressione antropica. In ci esso come un essere superiore, divino, che colto dal sonno misterioso come pronto a risvegliarsi per venirci a soccorrere. Ma c' urgenza! Erigere un albero a monumento ci induce alla metafora della gratuit e della necessit, lontano dal finalismo? Allora, ad un certo momento di fronte all'albero, accadr che l'istante della vita colta nel fiorire, ci apparir come il pensiero, in assoluta libert, ma secondo un ciclo di cui la sola identit la ripetizione a rinnovare il piacere della meraviglia, in ci riconducendoci al perpetuarsi dell'innocenza infantile. |