La crisi consiste appunto nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non pu nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi pi svariati. Muovendo da questa citazione di Antonio Gramsci scritta oltre 80 anni fa dalla prigione fascista di Turi, lo storico Donald Sassoon, profondo conoscitore del nostro Paese, mette a confronto la situazione di passaggio degli anni Venti e Trenta con la nostra contemporaneit: quali sono oggi, si chiede, i segnali deboli della crisi che sembra stia condannando al declino la civilt occidentale? Dalla proliferazione di movimenti nazionalisti e sovranisti alla sempre pi frequenti manifestazioni razziste e xenofobe, l'impressione di trovarsi in un cruciale momento storico di passaggio, in quell'interregno tra il tramonto del vecchio e l'affermazione del nuovo in cui si corrono i rischi maggiori di rapide regressioni. Descrivendosi come ebreo nato in Egitto con passaporto britannico, con studi in Francia, Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti, Donald Sassoon in una posizione unica e privilegiata per raccogliere i fili intricati e complessi di paesi, culture e sensibilit diverse, e per offrire una voce che - seppur polemica e critica - non mancher di incoraggiarci ad avere speranza, nonostante tutto, nel nostro futuro. |